Se La Lady Dei Ferri Viene Uncinata
Dalle Femministe
La premier australiana lavora a maglia,
ma non ricuce il rapporto col paese, anzi…seguono dimissioni
Sferruzzare
le è stato fatale? Forse. Certo è che la ex premier australiana Julia Gillard è
stata oggetto di una campagna di demolizione che la ha spinta a dimettersi,
alla fine sel mese scorso. E galeotti furono i ferri. Dalle femministe ai
repubblicani, tutti l’hanno attaccata, anche perché lavorava a maglia per il
figlio di Kate e William, duchi di Cambridge. La Gillard aveva detto che si
diverte mentre sferruzza: stava preparando un pupazzetto per il futuro pargolo
reale, per la precisione un canguro di lana, e la si poteva vedere circondata
da gomitoli nelle foto pubblicate dalla rivista Australian Women’s Weekly.
In
Australia la vicenda aveva suscitato molte polemiche, visto che in passato la
Gillard è stata spesso criticata per l’indole poco casalinga. Ora, invece, dice
che le piace lavorare a maglia per i bambini, perché sono progetti che richiedono
poco tempo. Siccome non ha molte ore libere, riesce a completare questi piccoli
lavori con soddisfazione. Qualcuno ha pensato a una trovata pubblicitaria, per
sfoggiare abilità domestiche. Insomma, una forzatura. Altri hanno sostenuto che
la Gillard vuole incoraggiare le giovani che si occupano di politica a
dedicarsi a un passatempo seguito, di solito, da vecchie zitelle. E qualcuno ha
parlato di uno scarso collegamento tra le foto pubblicate e la sensibilità del
popolo australiano. Alla fine l’ufficio stampa dell’allora primo ministro si
era premurato di precisare che la mossa della Gillard faceva solo parte di
un’attività di pubbliche relazioni.
Ma
la premier ha ricevuto anche una serie di attacchi personali. E’ stata anche
messa in discussione la sessualità del compagno, Tim Mathieson, e durante una
trasmissione radiofonica è stata fatta oggetto di commenti pungenti. Gli amici
soffrono, dicono che è stata vittima del famigerato maschilismo australiano, ma
la Gillard è stata anche accusata di incoerenza sulla questione repubblicana.
In passato aveva sostenuto infatti la necessità di tagliare il cordone ombelicale
che lega l’Australia al regno di Elisabetta d’Inghilterra. Dopo la morte della
regina, lAustralia dovrebbe diventare una repubblica. Ci si è così domandati
che senso avesse preparare un regalo per l’erede al trono di una monarchia
della quale ci si vuole sbarazzare.
Per
Jiulia, però, non esiste alcuna contraddizione. Il rispetto per la regina è
profondo. Anche quando il regno di Elisabetta si concluderà, Kate, William e il
loro figlioletto saranno persone che il popolo australiano seguirà sempre con
interesse. Chissà se un piccolo canguro di lana riuscirà a consolare gli eredi
di Elisabetta per la perdita del territorio australiano.
Paola
Benvenuto – Venerdì di Repubblica 19-7-13
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