Fascismo o Berlusconi, d’Estate le Date
Storiche
Ci Trovano Impreparati
Quando,
a sorpresa, venne comunicata la data del verdetto finale su Silvio
Berlusconi – l’ormai famoso 30 luglio – tutti l’abbiamo vista come un giorno
destinato a passare alla storia. E’ possibile che all’ultimo si raggiunga un qualche rinvio
(del tipo: “Un minuto, signor boia”), ma non si sfugge a due sensazioni: la
prima è quella della fine di un’epoca, il Ventennio berlusconiano, la seconda,
un misto di incertezza e di impreparazione, una specie di “ è arrivato il
momento e non ho niente da mettermi”. Come sarà l’Italia, “dopo”? Guerra
civile? Oblio? nCome si comporterà il parlamento? Davvero la grazia è
impensabile? Andrà in galera o in esilio? Nessuno lo sa.
Ma
non è una novità. L’incertezza, l’improvvisazione, ma anche il colpo di teatro,
sono le costanti delle grandi date della nostra storia, perlomeno quelle che
hanno segnato il secolo scorso.
Agli
annali, dunque. Il 10 giugno 194°, l’Italia entrò fragorosamente in guerra a fianco
di Hitler, annunciando che l’ora fatale era arrivata. Mussolini diede
l’annuncio dal balcone di piazza Venezia e tutto il Paese lo ascoltò incollato
alla radio, convinto che sarebbe stata una passeggiata e che il Duce, come al
solito, era stato molto intelligente. Non andò così.
Passarono
tre anni e il 25 luglio 1943, un segretissimo colpo di Stato rovesciò
Mussolini, La guerra non solo andava malissimo, ma gli Alleati erano
addirittura sbarcati in Sicilia e l’avevano conquistata. Tutto avvenne di notte,
la famosa Notte del Gran Consiglio, in cui gli stessi fascisti deposero Benito
Mussolini, che il giorno dopo il re si incaricò di fare arrestare. Il primo
famoso Ventennio finiva nella più totale confusione. Neanche due mesi dopo –
l’8 settembre 1943 – la radio diede agli italiani la notizia dell’armistizio
con gli angloamericani. Il maresciallo Pietro Badoglio, il re e tutti i famigli
fuggirono da Roma verso Brindisi. L’esercito si dissolse, 600 mila tra soldati
e ufficiali furono catturati dai tedeschi…Insomma, ci fu un problema di “timing”e di “comunicazione”.
La
Prima Repubblica, poi, finì senza alcun annuncio ufficiale, in un misto
assordante di uomini politici e industriali in manette, bombe siciliane e i
bergamaschi che si scoprivano Celti. (Durò addirittura un biennio, quello dal
1992 al 1994). Seguì il Secondo Ventennio, quello televisivo, detto anche del
“declino” o del Bunga bunga.
Ora,
30 luglio 2013, la Corte di Cassazione è chiamata a dichiarare definitivamente
colpevole Silvio Berlusconi (o invece a ordinare un nuovo processo). E poi,
davvero, per quel giorno non sappiamo come comportarci. Quasi quasi speriamo
che l’ottimo avvocato Franco Coppi trovi una soluzione per dilazionare,
discernere, prescrivere in parte, rinviare, interpretare, chiedere tempo,
implorare.
In
realtà tutti facciamo il tifo per l’avvocato Coppi. Perché non siamo pronti
alla fine di un’epoca. Davvero è possibile un mondo senza Berlusconi?
In
realtà non siamo mai pronti a niente, specie d’estate.
Enrico Deaglio – 26-7-13
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