Gli Errori Al Bisturi E I Camici
Infilzati
Dai Rimborsi D’Oro
L’Assicurazione
per risarcire i danni diventa
obbligatoria da agosto.
Ma
i chirurghi insorgono
Roma. Il seno è asimmetrico? Il naso ancora troppo
grosso? Questa volta il chirurgo me la paga. E così fioccano le denuncie di
richiesta danni.
Lo scontro tra dottori e pazienti agguerriti, si
inasprisce in vista dell’entrata in vigore, il 13 agosto prossimo, del decreto
che sancisce l’obbligo di assicurazione per tutti i professionisti (si tratta del
P.p.r. 138/2012). Sulle barricate ci sono i chirurghi plastici tra i più
bersagliati (oltre a ortopedici e ginecologi) della categoria: “La situazione a
cui saremo costretti è allucinante” sostiene Mario Pelleceravolo,
vicepresidente dell’Associazione italiana chirurgia plastica estetica. “I
giovani non si potranno permettere costi assicurativi così alti e saranno
costretti a smettere di lavorare”. Oggi, infatti, le denunce per danni sanitari
sono circa 30 mila l’anno quasi il triplo di dieci anni fa. Molte compagnie,
secondo Aicpe, si rifiutano di sottoscrivere polizze e le poche che lo fanno
alzano i premi a dismisura: 15 mila euro circa con una franchigia però che può
andare da 25 a 50 mila euro. “Su 10 richieste di sanno solo 1 risulta
giustificata” prosegue Pelleceravolo. “Negli altri 9 casi di denuncia il medico
è comunque costretto ad avvertire l’assicurazione che dopo due richiami
disdetta la polizza”. Secondo l’Associazione per i medici accusati
ingiustamente di malpractive, l’80
per cento dei processi si risolve con l’assoluzione. Più spesso si chiude con
un patteggiamento in cui si devono comunque sborsare le spese processuali.
Aicpe chiede, inoltre, l’inserimento della deterrenza per chi fa causa senza
valido.
“I costi sono alti perché l’entità dei risarcimenti è
altissima anche milioni di euro nei casi estremi” replica Roberto Manzato,
direttore centrale dell’Ania. Che aggiunge: “Continueremo a chiedere al
legislatore di intervenire per mitigare il rischio clinico. Sono sette anni che
aspettiamo le tabelle uniche per la valutazione del danno biologico che ad oggi
sono diverse nelle diverse Regioni”.
Livia Ermini – 19-7-13
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