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domenica 14 luglio 2013

Lo Sapevate Che: Quando anche La Morte Diventa Atto di Vita...


La propria morte: un tabù. La maggior parte degli italiani non ne vuole
sentir parlare.
Otto persone su dieci non hanno mai preso in considerazione la possibilità di fare testamento. E sei su dieci non intendono farlo neanche in futuro. Ad aver messo nero su bianco le proprie volontà sono solo un milione e mezzo di italiani. E’ ciò che emerge da un’indagine di Gfk Eurisko su un campione di quasi 1000 e 500 individui, rappresentativi della popolazione italiana ove 55. In una società che  vive sempre più a lungo – e vagheggia una vita senza la morte – pensare alla propria fine fa paura. Così come dà ansia, in famiglie sempre più disgregate, immaginare possibili risentimenti dei propri eredi.
Eppure perfino il testamento può essere un atto di vita: un modo per perpetuare nel tempo i propri valori, ciò i cui si crede. Soprattutto se si sceglie di fare un lascito solidale a favore di un0organizzazione non profit, che va ad aiutare chi è più svantaggiato. Perplessità? Via gli equivoci. Primo, non è detto che leda i legittimi eredi: si può destinare a una onlus anche solo una minima parte dei propri averi, una piccola somma di denaro, un gioiello, un’opera d’arte, una polizza a vita, lasciando il grosso ai propri cari. Perciò non c’è bisogno di essere molto ricchi. Secondo, è facile : basta un testamento olografo (scritto di proprio pugno a mano, datato e firmato), se non si vuole andare dal notaio. E’ revocabile e modificabile in qualsiasi momento. Non ha costi specifici (è esente da tasse di successione, ad esempio).
Purtroppo se ne sa poco: il 45 per cento del campione Eurisko (più di 7 milioni di persone) non ne ha mai sentito parlare. Così sette associazioni grandi e prestigiose si sono unite per promuovere la cultura della solidarietà testamentaria: Action Aid, Ail, Aism, Fondazione Don Gnocchi, Lega del filo d’oro, Save the Children e Unicef hanno creato u sito, testamentosolidale.org , e una guida scaricabile online per rispondere a qualsiasi domanda. Fare un lascito a queste associazioni significa aiutare bambini e disabili, sostenere la ricerca sulla leucemia e la sclerosi multipla. Ma qualunque onlus ne ha un gran bisogno.
Antonella Barini – Venerdì di Repubblica -5-7-13


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