Rifiuti elettronici: La Raccolta Cala
( E Non Per La Crisi)
Oltre il dieci per cento in meno in due
anni colpa dell’incuria, ma anche del traffico illegale
Che
fine fanno le oltre 700 mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Raee). Che,
invece di essere riciclati, spariscono ogni anno nel nostro Paese? “Noi
intercettiamo solo 240 mila tonnellate di questi rifiuti, un quarto del totale”
dice Giorgio Arienti, direttore di Ecodom, uno dei consorzi che si occupano del
riciclo dei Raee. A fine giugno ha lanciato l’allarme. “In Italia siamo ad
appena 4 chili di Raee riciclati per abitante, contro i 12 che la Ue vorrebbe
entro il 2019, e ora la raccolta sta addirittura diminuendo, -8,5 per cento fra
2011 e 2012. e un altro -5 per cento nei primi mesi 2013, un dato che la crisi
dei consumi spiega solo, forse, per un terzo”.
Nel
Raee si raggruppano categorie molto diverse di rifiuti: grandi e piccoli
elettrodomestici, tv, cellulari e altri dispositivi portatili, lampadine
fluorescenti e computer: “Una parte di questi viene abbandonata nell’ambiente
o, soprattutto i piccoli elettrodomestici e le lampadine, buttata nei rifiuti
generici, mentre i Raee andrebbero sempre portati ai centri di raccolta
comunali o ai negozi che vendono questo tipo di prodotti”.
Un
altro fattore di dispersione è la “raccolta parallela”, esplosa per l’alto
prezzo delle materie prime recuperabili. “Il Centro di coordinamento Raee ha
certificato come idonei 70 impianti di riciclo in tutta Italia. Altri 130 impianti
hanno però autorizzazioni provinciali o regionali, anche se non hanno superato
le nostre verifiche di qualità: sospettiamo siano solo dei demolitori,
interessati a recuperare acciaio, rame e alluminio al minor costo possibile.
Per citare solo un problema, nel trattamento dei frigoriferi occorre effettuare
un costoso recupero dei gas refrigeranti, dannosi per l’ozonosfera. Temiamo che
molti dei centri non certificati semplicemente li scarichino in aria. Grazie a
questo modo di lavorare possono permettersi addirittura di “compare” i Raee dai
Comuni, invece di ritirarli gratis come noi”.
Terzo
fattore di dispersione, il nebuloso mercato dell’usato: fra i dispositivi
qualificati come ancora funzionanti e inviati per la vendita nei Paesi poveri,
si nasconde, secondo un rapporto Ue, almeno un 30 per cento di rifiuti
destinati a essere smaltiti nel modo peggiore possibile. “Ho visitato
Agbogbloshie, i Ghana, la più grande discarica di rifiuti elettronici del
mondo” dice la giornalista Ilaria Sesana, che ha seguito, come premio per aver
vinto il concorso Raeeporter Social organizzato da Ecodom e Legambiente, il
milione di tonnellate di e-waste che il mondo ricco scarica ogni anno in
Africa. “Ho visto ragazzi e bambini smontare a colpi di mazza, senza alcuna precauzione,
elettrodomestici e computer, e bruciare su roghi di copertoni i fili elettrici
per estrarne il rame, a scapito della loro salute e inquinando terra, mare,
falde idriche con diossine, mercurio, piombo, Peb”, cittadini, potenziare la
raccolta di Raee, far sì che i Comuni li diano solo agli impianti certificati e
aumentare i controlli sull’esportazioni di apparecchiature usate”.
Alex
Saragosa – Venerdì di Repubblica – 12-7-13
Nessun commento:
Posta un commento