In nessun altro momento della vita come nella fase dell’adolescenza la memoria riveste un ruolo così decisivo per la costruzione dell’identità personale e familiare.
E’ durante l’adolescenza che ogni individuo nella difficile transizione tra il “già” fi un’infanzia che va sgretolandosi e il “non ancora” di una giovinezza che appena si intravede, si accorge di avere una memoria.
La memoria, infatti, non è solo ricordo di eventi ed esperienze vissute; prima di ogni altra cosa, è scoperta di un passato che esiste, è coscienza di esistere. E’ tra passato e avvenire che si gioca il presente e l’adolescenza stessa prende forma nel momento in cui si comincia ad avere consapevolezza del passato e, soprattutto, matura la capacità di estendere al presente un pezzo di quel passato – con tutti i sentimenti, le emozioni e i valori che ad esso sono legati – con la speranza che esso possa anche alimentare il senso del futuro, il desiderio dell’avvenire come risposta ai propri progetti.
Ma c’è di più. La memoria non è una facoltà passiva. Come ha detto qualcuno, “ricordarsi non significa soltanto accogliere, ricevere un’immagine dal passato, ma anche cercarla, “fare” qualche cosa”,
Fare memoria è molto più che ricordare. E’ capacità di richiamare alla mente, e al cuore, il percorso di vita finora compiuto; di mettere insieme, come in un mosaico, i pezzi apparentemente sconnessi e discordanti di un passato in cui a volte si fatica ad individuare un senso unitario; di recuperare esperienze positive e legami affettivi, per rinnovarne nel presente gli aspetti più gratificanti; di istituire nessi significativi tra presente e passato, in funzione della costruzione di un’identità armoniosa; di riconciliarsi con eventuali ricordi sgradevoli, per evitare che le cicatrici del passato vadano ad inceppare il cammino verso la maturità.
Certo, non si tratta di un’impresa di poco conto, soprattutto quando i ragazzi portano il peso di un’infanzia problematica, segnata da situazioni dolorose e magari da gravi inadempienze da parte degli adulti, che rischiano di rivelarsi pregiudiziali per la loro crescita. Ma anche in quest’eventualità, anzi a maggior ragione quando il rapporto con il proprio passato si rivela difficile e profondamente conflittuale, è essenziale che gli adolescenti maturino una consapevole capacità di fare memoria, sfuggendo al rischio di una rimozione indiscriminata e imparando, piuttosto, ad isolare i corto-circuiti da bypassare e a recuperare, invece, al di là di ogni rimpianto o nostalgia, quei ricordi positivi che contribuiscono a fare della memoria un serbatoio di energie e di riferimenti significativi, per andare avanti nel proprio percorso di vita senza replicare la povertà e gli errori del passato.
Alessandra Mastrodonato – Bollettino Salesiano Aprile 2013
Nessun commento:
Posta un commento