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domenica 12 maggio 2013

Lo sapevate Che: Singole Crisi?...


Singole Crisi?
No, Incapacità Diffusa Di Governo

Grandi scosse hanno attraversato il nostro paese in questi ultimi
Tempi, e altre sono prevedibili.
Mi riferisco al governo tecnico, alle elezioni del febbraio, al successo di un movimento anomalo, al crollo di quel che rimaneva di un grande partito. Il tutto preceduto da un ventennio che vorremmo dimenticare. Pensano i miei colleghi militanti a commentare quel che succede, di giorno in giorno. Ma io, osservando l’insieme, vorrei porre dai margini del campo una domanda allarmante.
La domanda è questa: ci rendiamo conto che l’incapacità di governo, in Italia, è un fenomeno antico che, invece di attenuarsi, continuamente peggiora? Parto da lontano. Abbiamo cominciato con qualche brutto scarto ai tempi di Crispi, fine dell’Ottocento; neanche Giolitti uno dei migliori, era immune da pecche. Ma poi, di decennio in decennio, che disastro! Vent’anni di fascismo; poi una repubblica travagliata, con un governo diverso ogni anno. Siamo stati governati per quasi vent’anni da un signore inseguito dai giudici. Adesso, un terzo del parlamento è occupato da uomini e donne in gran parte sconosciuti al seguito di un altro signore che basta vederlo, quando parla a quel modo, per avere i brividi.
Qui si può parlare, è ovvio, di singole crisi, di singoli errori. Ma sembra piuttosto di vedere una incapacità di governo diffusa, e sempre più grave. Siamo anche stati incapaci di trovare un nuovo presidente della Repubblica. Abbiamo fatto ricorso a un personaggio di ottantotto anni, già provato da un settennato molto difficile. E c’è chi lo insulta.
Ci raccontano i miei colleghi militanti con le loro corrispondenze, con i loro articoli, quel che succede di giorno in giorno. Noi osserviamo: questo Paese così antico ha tante persone di valore, persone di buona volontà, capaci e oneste, che hanno successo quando vanno in altri Paesi, e che fanno miracoli per sopravvivere, quando rimangono in Patria. Ma capacità di governo, zero: sempre peggio. Dove andremo a finire?
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 03-05-2013

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