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domenica 14 maggio 2017

Lo Sapevate Che: La Festa della Mamma!...



Una Chiesa senza le donne è come il Collegio Apostolico senza Maria. Il ruolo della donna nella Chiesa non è soltanto la maternità, la mamma di famiglia, ma è più forte: è proprio l’icona della Vergine, della Madonna; quella che aiuta a crescere la Chiesa “.
Papa Francesco

Le verità che contano, i grandi principi alla fine, restano due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.
Enzo Biagi

(Tiziana Pierotti – Pensieri e Parole)

Storia
Ci sono diverse antiche celebrazioni che in qualche maniera possono essere paragonate alla festa della mamma, ma non sono correlate alla celebrazione moderna.

In Italia
In Italia, la Giornata nazionale della Madre e del Fanciullo fu celebrata il 24 dicembre 1933, nel quadro della politica della famiglia del governo fascista. Nell'occasione vennero premiate le madri più prolifiche d'Italia. La data era stata scelta in connessione con il Natale.
La festa della mamma come la si intende oggi è nata a metà degli anni cinquanta in due diverse occasioni, una legata a motivi di promozione commerciale e l'altra invece a motivi religiosi.
La prima risale al 1956, quando Raul Zaccari, senatore e sindaco di Bordighera, in collaborazione con Giacomo Pallanca, presidente dell'Ente Fiera del Fiore e della Pianta Ornamentale di Bordighera-Vallecrosia, prese l'iniziativa di celebrare la festa della mamma a Bordighera, al Teatro Zeni; successivamente la festa si svolse al Palazzo del Parco.
La seconda risale all'anno successivo e ne fu protagonista don Otello Migliosi parroco di Tordibetto di Assisi, in Umbria, il 12 maggio 1957. L'idea di Don Migliosi fu quella di celebrare la mamma non già nella sua veste sociale o biologica ma nel suo forte valore religioso, cristiano anzitutto ma anche interconfessionale, come terreno di incontro e di dialogo tra loro le varie culture: il suo tentativo è stato ricordato, in due contributi, anche dal quotidiano vaticano. Da allora, ogni anno, la parrocchia di Tordibetto celebra ufficialmente la Festa con importanti manifestazioni a carattere religioso e culturale.
Il 18 dicembre 1958 Raul Zaccari - insieme ai senatori Bellisario, Baldini, Restagno, Piasenti, Benedetti e Zannini - presentò al Senato della Repubblica un disegno di legge tendente ad ottenere l'istituzione della festa della mamma. L'iniziativa suscitò un dibattito in Senato, che si prolungò anche nell'anno successivo: alcuni senatori ritenevano inopportuno che sentimenti così intimi siano oggetto di norma di legge e temevano che la celebrazione della festa potesse risolversi in una fiera di vanità
La festa comunque prese ugualmente campo in tutta Italia, e fu stabilita come data di celebrazione l'8 maggio; tale data è rimasta immutata dal 1959 al 2000[Il 2000 è stato il primo anno in cui si è stata spostata alla seconda domenica di maggio.], quando fu invece spostata la seconda domenica di maggio, per essere equiparata al giorno scelto dagli Stati Uniti, e per ragioni economiche e di mercato. La festa della mamma si festeggia nella memoria collettiva sociale il giorno 8 maggio.
In questa occasione, i bambini offrono regali alle loro madri, come disegni o altri lavoretti che hanno realizzato a scuola.
(da Wikipedia)
Ora
La Festa della Mamma è fissata alla seconda domenica di Maggio di ogni anno.
 Quest’anno (2017) la data della Festa della Mamma è il 14 MAGGIO 2017!
Originariamente la data della Festa della Mamma era fissa in un giorno specifico.
E questo giorno era l’8 maggio.
Per facilitare i festeggiamenti e far ricadere la Festa in un giorno festivo (la domenica), si è poi deciso di rendere la data “mobile” e fissarla la seconda domenica di ogni mese di maggio.
Filastrocche.it

Per la Festa della Mamma è sempre bello regalare una Poesia, una rima, una filastrocca.
È sempre emozionante, infatti, per una mamma ricevere un pensiero dai propri bambini.
Sia esso recitato o scritto, smuoverà di certo emozioni forti e il momento della consegna sarà di certo indimenticabile.

Qualche Poesia per la Mamma:

Con due sillabe soltanto
posso avere
il mondo in mano
quando è sera e mi racconti
una fiaba sul divano.
E se il mattino con un bacio
mi risvegli dalla nanna,
tutto è più dolce
con te, mamma.
(Roberto Fontana: Alla Mamma)

Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un detto, un sorriso, un guardo, un atto
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore,
farei tutta la vita il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch’io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio priego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d’Urbino
il pennello divino
per coronar di gloria il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei…
dal sacrificio mio ringiovanita!

(Edmondo De Amicis : A Mia Madre)


Benedetta la casa
illuminata dal sorriso della madre!
Sorriso della madre!
Più nitido e luminoso del primo raggio di sole
quando appare alla creatura
che riapre gli occhi al mattino,
lusinghiero
quando saluta e dice addio da un davanzale
e accompagna fino alla svolta della strada,
e chi si allontana se la porta nel cuore
e la strada gli sembra più amabile di ieri
e il mondo gli sembra più roseo…
(A. S. Novaro – Il sorriso della madre)

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
(Giuseppe Ungaretti (1929): La Madre)
Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che sono nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sono venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Se mamma ti ha comperato
Come taluni pretendono
Dimmi: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Se mamma mi ha comperato
Come taluni pretendono
Diteci: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Ti ha fatto la tua mamma
E devi essere contento!
(Mi ha fatto la mia Mamma: Gianni Rodari)

Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti si', che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si riaccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar senz'ali.
(Dante Alighieri – Dal Paradiso)
   
È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.
Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
(Pier Paolo Paolini – Supplica a mia madre)

 “… Don… don e mi dicono Dormi!
Mi cantano Dormi! Sussurrano
Dormi! Bisbigliano Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra…
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch’io torni com’era…
sentivo mia madre… poi nulla
sul far della sera”
(Giovanni Pascoli)
 

Madre che ho fatto
soffrire
(cantava un merlo alla finestra,il giorno
abbassava, sì acuta era la pena
che morte a entrambi io mi invocavo)
madre
ieri in tomba obliata, oggi rinata
presenza,
che dal fondo dilaga quasi vena
d’ acqua, cui dura forza reprimeva,
e una mano le toglie abile o incauta
l’ impedimento;
presaga gioia io sento
il tuo ritorno, madre mia che ho fatto,
come un buon figlio amoroso, soffrire.
Pacificata in me ripeti antichi
moniti vani. E il tuo soggiorno un verde
giardino io penso, ove con te riprendere
può a conversare l’ anima fanciulla,
inebriatasi del tuo mesto viso,
sì che l’ ali vi perda come al lume
una farfalla. E’ un sogno
un mesto sogno; ed io lo so. Ma giungere
vorrei dove sei giunta, entrare dove
tu sei entrata
—ho tanta
gioia e tanta stanchezza!—
farmi, o madre,
come una macchia della terra nata,
che in sé la terra riassorbe ed annulla.
 
(Umberto Saba – Preghiera alla madre)

Viva la mamma quando al mattino
mi sveglia sempre con un bacino
viva la mamma quando la sera
rende chiara la notte nera.
I brutti sogni sono scacciati
dai suoi abbracci tanto amati.
Viva la mia cara dolce mammina
e per la festa che s’avvicina
il mio regalo è il ritornello
“Viva la mamma che fa il mondo bello”.
(Viva la Mamma tratto da “Le Stagioni”, Edizioni Leonardo)

Una storia vera!....saper rispondere….

 “Senti Mamma, Come si fanno i Bambini?”

Non me l’aspettavo, la domanda.
Così ho deciso di essere esaurente e precisa….
 
Eravamo in macchina, stavamo tornando a casa dalla piscina. Loro fanno il corso di nuoto, io li aspetto fuori. Da questo rito settimanale, per motivi oscuri, io esco stremata e grondante, loro euforici e galvanizzati. Io guidavo e loro, i miei due figli maggiori, di nove e sei anni, erano seduti dietro, capelli come un casco di banana e occhi enormi da civetta. Regnava un insolito silenzio, il silenzio che precede il balzo del leone sulla gazzella, la caduta di un vaso sulla testa, le domande inattese.
“Mamma, ma i bambini…”. Ecco, no non sono pronta. Non ora che devo fare una doccia, telefonare a vostro padre che quando serve è altrove, guardare su internet che ha sempre una risposta, riflettere e trovare le parole in un cassetto o nella libreria. Non adesso, grazie.
“Sì?”. “I bambini…come si fanno?”. “Bè, quando un papà e una mamma si vogliono molto bene…”. “No, mamma, questa storia la sappiamo. Noi vogliamo sapere esattamente come si fanno”. “Esattamente…”. “Praticamente, cosa succede”.
Loro chiedono perché sono nati per farlo, chiedono senza pudori perché i tabù sono faccende da grandi, chiedono per avere risposte dirette ed esaustive, chiedono a noi, che siamo gli adulti, messi lì per trasformare i loro punti di domanda in punti fermi.
Non ero pronta e, nel timore di inventarmi idiozie, ho detto loro esattamente e praticamente come si fanno i bambini perché la verità, al semaforo, tra un clacson e il borsone della piscina, mi è sembrata la strada più semplice e pulita.
“Vuoi dire che tu e papà avete fatto quelle cose lì? Per tre volte? Una per ognuno di noi?”, “Vuoi dire che se da grande corrò un figlio, dovrò fare così anche io?”. “Che schifo”. Incredulità, ribrezzo, silenzio assoluto, rielaborazione, consapevolezza “Sei una pazza scriteriata”, ha commentato mio marito, l’economista marxista barese che lavora lontano e possiede un raffinato talento censorio. Sosteneva che ci vogliono tatto, sensibilità e attenzione. Sosteneva che a me fossero mancati tutti e tre. Sosteneva che io avessi sbagliato tutto.
Rifletto spesso. No, non solo sui miei errori genitoriali, ineliminabile cruccio solo parzialmente alleviato da sottostanti e indiscusse buona fede e buona volontà, abili insufficienti davanti a un giudice, invisibili agli occhi della prole.
“Perché il nonno fumava anche se fa male? E perché i dottori non sono stati capaci di curarlo?”. “Perché i genitori di Mario vivono in case diverse?”. “Perché i grandi possono piangere?”. “Perché avete scelto voi il mio nome e non io? Io volevo chiamarmi Uovo”: “Perché ridi?”. “Perché hai paura?”. “Come stanno le femmine senza pisello? Sono tristi?”. “Perché non credete in Dio?”. “Perché chiudete la porta?”: “Perché non sono figlio unico?”. “Hai avuto tanti fidanzati prima di papà?”. “Perché ti trucchi?”. “Perché Lara non aveva le tette e adesso le ha?”.
Non so cosa sia giusto fare, ma credo che sia necessario scegliere una strada e poi seguirla, con coerenza. Non so cosa sia opportuno ma io, la mia strada, l’ho scelta: non apro l’ombrello, sotto la pioggia battente dei loro interrogativi.
Ho scelto la strada del precisamente e praticamente. Perché l’onestà con i figli è onestà con se stessi. Perché una verità, seppur scomoda o cupa, mi mette meno a disagio di una bugia ilare. Perché le parole possono spiegare qualsiasi cosa. Usarle è rispetto verso l’interlocutore, qualsiasi sia la sua età, e fiducia nella sua intelligenza. Perché fare domande è un diritto che va esercitato sin da piccoli. Esattamente come ricevere risposte serie, pratiche e precise.
E poi tanto lo so che, ai loro occhi, quando arriverà il tempo delle demolizioni, avrò comunque sbagliato.
Donna di Repubblica – Appunti & divagazioni di ELASTI – 30 Giuno 2012

Frasi, Aforismi e Citazioni….sulle mamme!

Dio non poteva essere
dappertutto, così ha creato le madri.
(Proverbio ebraico)

Una bambina a cui fu chiesto
dove fosse casa sua rispose
“Dove c’è la mamma”
(Anonimo)

Non è possibile essere una madre perfetta. Ma ci sono milioni di modi per essere una buona madre.
(Jill Churchill)

Una mamma che solleva il bambino e lo porta all’altezza dei suoi occhi. Oggi l’universo non ha altra prospettiva, altro asse, altro centro che questo
(Fabrizio Caramagna)

Descrivere mia mamma vorrebbe dire parlare di un uragano in tutta la sua potenza.
(Maya Angelou)

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
(Pier Paolo Pasolini,”Supplica a Mia Madre”)

La letteratura eterna è la più antica medicina del mondo. È anteriore alla scrittura. Prima di depositarsi su tavolette di argilla, ha purificato delle voci, ha placato delle anime. Essa continua a farlo ogni volta che una madre si china sul suo bambino intorpidito dalla stanchezza, e racconta una storia, canta una canzone.
(Christian Bobin)

Auguri alle donne che non possono avere figli, ma che li vorrebbero tanto. Sono splendide mamme anche loro.
(Instintomaximo, Twitter)

La madre è sublime perché è tutta istinto. L’istinto materno è divinamente animale. La madre non è donna, ma femmina.
(Victor Hugo)

Nel momento in cui un bambino nasce anche una madre sta nascendo.
Lei non è mai esistita prima.
La donna esisteva, ma la madre, mai.
Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo.
(Osho Rajneesh)

La madre è la nostra prima storia d’amore. E se poi la odiamo, ci portiamo dietro quella rabbia e la riversiamo su chi amiamo. E se la perdiamo, dove la ritroveremo?
(Jeanette Winterson)

La migliore accademia, le ginocchia di una madre.
(James Russell Lowell)

Auguri a tutte le Mamme!
L'immagine può contenere: una o più persone, bimbo e primo piano

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