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sabato 20 maggio 2017

Lo Sapevate Che: Così la pillola difende dai tumori...



L’America College of Obstetriciana and Gynecologists lo ha chiesto nel 2012: liberate la pillola contraccettiva dall’obbligo di ricetta. La Francia ne discute in questi giorni, grazie a una petizione online lanciata da un collettivo di medici, farmacisti e associazioni di donne (Liberezmapillule.com). Di fatto mezzo mondo ha già autorizzato la vendita libera, perché i moderni contraccettivi sono sicuri e per giunta esercitano un effetto protettivo nei confronti di alcuni tumori. Lo ha mostrato un grande studio epidemiologico condotto dai ricercatori dell’Università di Milano, finanziato dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro e pubblicato su Annnals of Oncology. Spiega Eva Negri, coautrice del lavoro: “Anche se non bisogna pensare che la pillola sia uno strumento di chemioprevenzione dei tumori, i dati sono chiari: l’assunzione protegge dalle neoplasie dell’ovaio, oggetto del nostro lavoro e dell’endometrio. Forse, anche se per ora non c’è la dimostrazione di un rapporto di causa effetto, anche da quello del colon retto. L’unico rischio si vede per il tumore della mammella, di cui aumenta di poco ka probabilità, ma solo durante il periodo dell’assunzione. Gli epidemiologici hanno analizzato i dati di 28 Paesi europei tra il 2002 e il 2012 e visto che la mortalità per carcinoma ovarico è scesa di circa il 10 per cento; in particolare, negli Stati Uniti il calo è stato del 16 per cent, nel Giappone del 2. Questo conferma che la riduzione è conseguenza diretta dell’utilizzo della pillola: “Il calo di decessi coincide in maniera molto evidente con quello della diffusione dei contraccettivi” spiega Negri “nei Paesi dove, per motivi culturali, religiosi o legislativi, l’impiego è meno capillare la mortalità è scesa di meno, e viceversa. Inoltre, la diminuzione si vede soprattutto nelle donne giovani. E le nostre stime dicono che nei prossimi anni dovremmo vedere un’ulteriore riduzione”.
(agnese codignola)- Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 12 maggio 2017 -

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