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sabato 27 maggio 2017

Lo Sapevate Che: Ivanka? Non è stupida. E' sorda...



Nel Lodevole Intento di consigliare le donne che devono, o vogliono, palleggiare le fatiche e le gioie di essere assieme madri premurose e professioniste di successo, la “Prima Figlia” d’America, la signora Ivanka Marie Trump in Kushner ha dato alle stampe non sembrano aver accolto con grande favore. Dire che le 256 pagine della signora Kushner, oggi investita dal papà con il titolo ufficiale di Assistente Speciale del Presidente con ufficio alla Casa Bianca (ma senza paghetta, per non violare la legge antinepotismo del 1967) sono state stroncate dalle critiche, sarebbe un eufemismo. Sotto l’aspetto letterario, il libro autobiografico, già abbastanza presuntuoso per una persona di appena 35 anni, è stato variamente definito come una collezione di banalità e di pensierini da dolcetto cinese, che chiunque potrebbe raccogliere con una ricerca su Google, come ha scritto acidissima Jia Tolentino, critica letteraria del New Yorker. Ma quello che ha offeso particolarmente chi ha dovuto leggere Women Who Work, donne che lavorano, è il senso di lontananza siderale che divide una signora come Ivanka, nata in una famiglia di miliardari e sposata con n miliardario, dalla vita di donne che lavorano per mantenere figli e famiglia. Nel suo universo, i “sacrifici” – cito – sono “dover rinunciare a massaggi e a sessioni di cura personale del corpo” per seguire la campagna elettorale del padre. Sono “trascurare gli allenamenti per la maratona”, “l’organizzazione di attività ricreative con i figli” e la “pianificazione di Weekend con gli amici” in località amene. E questo nonostante la presenza di due bonne, di due tate arruolate per occuparsi full time dei tre bambini, Annabelle, Theodore e Joseph. Ivanka, figlia della prima moglie di Donald, non è affatto “l’oca bionda “della letteratura maschilista. Studentessa alla Georgetown University di Washington (la stessa di Bill Clinton) e alla Wharton School of Economi della Pennsylvania (la stessa che il padre frequentò, ma senza ottenere il titolo), la signora è intelligente, preparata, capace di organizzare, seppure con i soldi del padre, un’attività economica che porta indumenti e accessori con il proprio nome in tutto il mondo. Compresa la Cina. Non è stupida, Ivanka, è sorda. Vive nella microgalassia di quell’1 per cento della popolazione, maschile o femminile, per la quale la rinuncia a un massaggio, a una spa, a un picnic con amici, a una cena nell’ultimo ristorane sbocciato a Manhattan, è un sacrificio, e per lei lo è davvero. La “Donna Che Lavora” e che “non deve porre limiti alle proprie ambizioni”, non è quella che corre come una pallina da flipper fra metrò, bus, due lavori diversi per evitare il pignoramento preoccupandosi che i figli, abbiano fatto i compiti, dormendo nell’ansia di essere licenziata, litigando con la compagnia di assicurazione per l’apparecchio ortodontico della figlia coi denti storti, ammesso che abbia una assicurazione. I suoi sono segnali da un altro mondo per donne che vivono nel suo mondo e soltanto di sfuggita, nelle ultime due pagine, si ricordano di notare che negli Stati Uniti ancora manca una legge per pagare alle donne il periodo della maternità o per assicurare che a lavoro uguale corrisponda paga uguale. Se Ivanka Trump Kushner conoscesse davvero le condizioni delle donne che lavorano sarebbe in una posizione ideale per perorare la loro causa, per essere la “donna che sussurra al presidente” come nessun’altra – non certo la moglie in carica Melania, che non c’è mai –può fare. Magari le spunterebbe qualche ruga sul volto levigato dal trucco e dai ritocchi fotografici. Ma asciugherebbe qualche lacrima dal viso di altre madri che lavorano.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 20 maggio 2017 -

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