La condanna di Dante Alighieri
“Alighieri Dante è condannato per baratteria, frode, falsità, dolo,
malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, e lo si
condanna a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici,
esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che
muoia”. Queste le parole che sancirono la condanna di Dante Alighieri che da quel 10 marzo
1302 non rivedrà mai più la sua amata Firenze. Una condanna avvenuta in contumacia visto che il
grande poeta non era in città perchè faceva parte di un ambasceria fiorentina mandata dal papa a Roma.
Erano gli anni del
grande scontro tra i guelfi bianchi e papa Bonifacio VIII collocato
poi da Dante nel suo “Inferno”
nonostante fosse ancora in vita. Un scontro che terminò con l’arrivo di Carlo di Valois a Firenze e l’instaurazione del
governo del podestà e guelfo nero Cante Gabrielli da Gubbio.
Questo comportò la condanna e la persecuzione di tutti i guelfi bianchi ostili al papa tra cui lo stesso
Dante che per sfuggire al rogo non fece mai più ritorno a Firenze. Il sommo
poeta morì nella notte tra il 13 ed il 14 settembre
1321 a Ravenna lontano
dalla sua città natale.
https://metropolitanmagazine.it/dante-alighieri-e-la-famosa-condanna-allesilio-in-contumacia/
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