“Attraversare le linee / chi ne ha il coraggio / sotto
il ponte / sulle strade / che separano i bianchi dai neri...”
Tracy Chapman
Parlando di rivoluzione
La cantautrice di colore Tracy Chapman è probabilmente
la cantautrice nera folk più importante dagli anni Ottanta in avanti, anche se,
smarrita la vena del folgorante esordio, molte sue opere si sono rivelate un
po' confuse e frammentarie.
Nata il 30 marzo 1964 in un quartiere operaio di
Cleveland, fin da bambina ha avuto una predilezione particolare per la chitarra,
tanto che lo strumento a sei corde divenne il suo strumento di giochi
preferito, quasi una sorta di compagna e di amica immaginaria. Come dimostrerà
una volta arrivata al successo, in cui la sua caratteristica iniziale erano le
interviste a monosillabi, Tracy era una bambina estremamente sensibile ed
introversa, persa in un suo mondo interiore.
Con questo non è che fosse trascurata nello studio,
tutt'altro. Anzi, grazie ai buoni risultati ottenne addirittura una borsa di
studio per l'università di Tufts, dove scelse di studiare antropologia, con
particolare riferimento alle culture africane.
E' qui che Tracy comincia a suonare in maniera
diversa, ossia proponendosi al pubblico e non più solo la chiuso della sua
stanzetta. Naturalmente, il primo passaggio obbligato è quello tristemente
anonimo delle strade ed i locali, luoghi dove le persone spesso e volentieri
sono capaci solo di un ascolto distratto. Eppure, i suoi testi ispirati, la sua
delicata vena poetica intrisa di alti valori umani, fanno facilmente breccia
nei cuori dei frettolosi passanti o dei bizzosi avventori. Registra molte
"demo" (cassette amatoriali incise a scopo promozionale), ma è
l'incontro col padre di un suo compagno d'università a cambiarle la vita. A partire
da tale incontro infatti entra in contatto con quella che è ancora la sua
attuale casa discografica.
Nel 1988 pubblica l'omonimo "Tracy Chapman",
disco fortunatissimo ed esordio folgorante, un exploit che poi non ripeterà più
a questi livelli: si parla di oltre dieci milioni di copie solo in America,
grazie anche a un singolo di grande impatto ("Fast cars").
Con la sua voce pacata anche nelle canzoni più
sofferte, le sue melodie semplici e i suoi testi spesso caratterizzati da
commenti sociali, la Chapman viene immediatamente additata come la prima
cantautrice della nuova generazione, prima erede di Dylan dopo
gli anni '80 di Madonna e
dei Duran Duran.
A "Crossroads", il suo secondo album, il pubblico riserva
un'accoglienza molto più fredda. Tracy, restia ad incontrare la stampa, è fuori
dal giro della gente che conta. Solo nel 1996 riesce a riguadagnare
l'attenzione con "New beginning".
La cantautrice, insomma, si differenzia dalla schiera
delle grandi Star per la sua umiltà e per il suo impegno nel sociale
partecipando soltanto a grandi eventi, nei quali è possibile lanciare nuovi
messaggi. Indimenticabile la sua apparizione al grande Concerto nel dicembre
del 1998 "One Love - All Star tribute" in onore di Bob Marley (in
cui ha duettato con il figlio del grande Bob, Ziggy), raccogliendo stima e apprezzamento
non solo dai suoi fedeli fan ma dal pubblico di tutto il mondo, anche quello
non abituato alle delicate ballate di Tracy.
La carriera di Tracy, pur tra alti e bassi e
difficoltà di promozione (la sua musica si colloca decisamente fuori dagli interessi
legati al business), continua sommessamente ma a vele spiegate, non rinunciando
mai alla qualità. Ne è testimone lo stupendo "Telling stories",
probabile prodromo di altri mirabili lavori. Nonostante il grande successo di
cui gode, Tracy non ha mai avuto intenzione di lasciare la sua Cleveland in
Ohio (Usa) dove è nata e continua tuttora a vivere.
Discografia essenziale:
1988 - Tracy Chapman
1989 - Crossroads
1992 - Matters of the Heart
1995 - New Beginning
2000 - Telling Stories
2001 - Collection
2002 - Let It Rain
2005 - Where You Live
2008 - Our Bright Future
https://biografieonline.it/biografia-tracy-chapman
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