Rivoluzioni del XX secolo
Palmiro Michele Nicola Togliatti nasce a Genova il
giorno 26 marzo 1893. Studente dal 1911 presso la facoltà di Giurisprudenza
dell'Università di Torino, nell'ambiente accademico conosce Antonio Gramsci,
studente del corso di Lettere. Nel 1914 Togliatti entra nel Partito Socialista:
allo scoppio della prima
guerra mondiale assume una posizione
interventista, differentemente dei suoi compagni di partito.
Al termine del conflitto il mito della rivoluzione russa dilaga
in tutta Europa così
come nel mondo, appassionando le masse dei lavoratori, che nella vittoria del
socialismo vedono l'avvento di una società più libera e giusta. Togliatti è uno
dei collaboratori de "L'Ordine Nuovo", giornale fondato da Antonio Gramsci nel
1919, vicino alle posizioni di Lenin. Proprio nel 1919, a Mosca, nasce la
"III Internazionale" alla quale possono aderire i partiti che
accettano i cosiddetti "ventuno punti", deliberati dal suo II
congresso, nel luglio del 1920: in accordo alle direttive bolsceviche qualunque
partito voglia aderire all'Internazionale deve cambiare il proprio nome con
quello di comunista, e deve espellere i riformisti.
Togliatti quindi insieme a Gramsci, Bordiga e Tasca,
lascia il PSI durante il XVII congresso, che si svolge a Livorno nel gennaio
del 1921, e dà vita al Partito Comunista d'Italia. Come tutti i partiti, anche
quello comunista viene messo fuori legge dal regime di Benito Mussolini.
Gli esponenti vengono rinchiusi in prigione o costretti a fuggire. Togliatti si
trasferisce in Unione Sovietica nel febbraio del 1926. Dopo l'arresto di Antonio Gramsci,
il giorno 8 novembre 1926, Togliatti diventa segretario del partito; ricopre la
carica fino alla morte.
Nel 1937 è segretario della III Internazionale. A
Mosca assiste e collabora alle purghe staliniane.
Il 27 marzo del 1944 fa ritorno in Italia a bordo
della nave Tuscania che attracca al porto di Napoli. Di fronte ai conflitti che
agitano il Comitato di Liberazione Nazionale, Togliatti propone ai partiti
antifascisti di abbandonare la pregiudiziale antimonarchica, di combattere
insieme contro il fascismo e di affrontare la questione istituzionale solo dopo
la liberazione del paese: tale storico avvenimento viene chiamato "la
svolta di Salerno", dal nome della capitale provvisoria del Regno del Sud.
Di fatto Togliatti appare come leader di un partito
nuovo, non più una piccola formazione leninista
degli anni Venti, ma una forza popolare candidata a diventare un grande partito
di massa. Nel giugno del 1946, in qualità di Ministro della Giustizia, Togliatti
propone l'amnistia per gli ex fascisti e nel marzo del 1947 si batte per
l'approvazione dell'articolo 7 della Costituzione, che stabilisce che i
rapporti fra Stato e Chiesa vengano regolati dal Concordato stipulato nel 1929
fra la Santa Sede e
il regime fascista. I socialisti e i repubblicani gli rimproverano di non
difendere la laicità dello Stato, mentre la Democrazia Cristiana trova in lui
un interlocutore importante. Nella primavera del 1947, tuttavia, si conclude
l'esperienza del PCI al governo. Anche in Italia inizia la "guerra fredda"
e Alcide De Gasperi estromette
i partiti di sinistra dalla compagine governativa.
PCI e PSI, alleati nel Fronte Democratico Popolare,
perdono le elezioni del 18 aprile 1948. La DC ottiene il 48,5% dei voti e lega
il paese al blocco occidentale, all'Europa e
alla NATO.
Due mesi dopo, Antonio Pallante, giovane di estrema destra, spara contro il
segretario del PCI ferendolo gravemente. Nel paese si diffonde la notizia. Il
cordoglio per Togliatti si trasforma in una manifestazione nazionale di
protesta contro il governo. La CGIL vorrebbe proclamare lo sciopero generale. È
lo stesso Togliatti insieme con i dirigenti del PCI a impedire che la protesta
degeneri in un sussulto rivoluzionario.
L'anno più drammatico per la politica di Togliatti -
così come per tutto il movimento operaio - deve ancora arrivare: è il 1956. Nel
mese di febbraio, durante il XX congresso del partito comunista sovietico, il
segretario Kruscev denuncia
il culto della personalità di Stalin e
i crimini commessi dal dittatore georgiano. La sinistra di tutto il mondo viene
scossa. Togliatti, che ha partecipato al XX congresso, per la prima volta si
esprime contro l'idea di una guida unica e unitaria del movimento operaio, e a
favore dell'indipendenza dei partiti comunisti dal PCUS.
Quando nel novembre del 1956 i carroarmati sovietici
entrano a Budapest e reprimono nel sangue la rivolta d'Ungheria,
"L'Unità" scrive che è necessario tutelare la rivoluzione e reagire
contro i reazionari: si tratta del momento di maggiore distacco fra il PCI e il
PSI dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il PSI, infatti, condanna risolutamente l'intervento sovietico e, di lì a pochi
anni, dà vita con la DC alla stagione del centro sinistra.
Togliatti muore a Jalta (Ucraina), sul Mar Nero, il 21
agosto 1964. Al suo funerale, a Roma, partecipa una folla compsta da un milione
di persone.
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