25 marzo 1945: debutta “Napoli Milionaria” di De Filippo
Il 25 marzo 1945 Eduardo, con la sua nuova compagnia “Il Teatro di Eduardo con
Titina De Filippo”, aveva ottenuto per un’unica rappresentazione, il cui ricavato era a favore
dei bambini poveri della città, il Teatro San Carlo di Napoli.
Con la guerra finita da pochi mesi, Eduardo portò in
scena Napoli milionaria, scritta
probabilmente tra la fine del 1944 e l’inizio
del 1945.
Napoli vive le fasi
conclusive del secondo conflitto mondiale, tra rastrellamenti nazifascisti e bombardamenti alleati. Un’altra guerra sta per abbattersi sulla famiglia di Gennaro Iovine e in generale sul popolo partenopeo, colpevole e insieme vittima di una mancata ricostruzione materiale
e morale e di una “nottata” non
ancora trascorsa.
25 marzo 1945. Napoli milionaria!
A Napoli, durante
la guerra, Amalia Jovine pratica la
borsa nera in società con “Settebellizze“. Il marito Gennaro tenta
di porre limite ai loro traffici, ma viene fatto prigioniero dai tedeschi.
La situazione precipita, il figlio Amedeo è a rischio di arresto,
la figlia maggiore Maria Rosaria è stata
sedotta da un americano e la piccola, Rituccia,
cade gravemente ammalata…
La commedia è un diario di vita napoletana vista attraverso la storia di
una famiglia prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.
Commedia di drammatica attualità
in cui i valori fondanti
della vita e cioè l’amore,
la famiglia, l’onestà,
il rispetto della legge, vengono
travolti non solo dalla guerra ma anche dalla corruzione,
dal degrado morale,
dalla criminalità,
dalla smodata avidità
di denaro e di potere.
Il primo atto di
Napoli milionaria viene considerato come la conclusione della Cantata dei giorni pari
poiché presenta ancora molte caratteristiche delle commedie scritte
fino a quel momento; con il secondo
atto si entra nei Giorni dispari.
Dopo
la prima trionfale rappresentazione al San Carlo di Napoli,
la commedia fu rappresentata al Salone Margherita di Roma,
il 31 marzo.
Tradotta
in un film, nel cast anche Totò, nel 1950 e in
un dramma lirico nel 1977, la
commedia fece entrare nel linguaggio
comune l’espressione “Adda passà ‘a nuttata“, ad indicare l’attesa per
la fine di un momento difficile. (Annarita D’Auria)
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