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domenica 10 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Marilyn, l'icona sexy così poco femminile...



Poche Settimane fa l’editore “Le Lettere” di Firenze ha pubblicato il libro intitolato “L’altra Marilyn” con un sottotitolo “Psichiatria e psicoanalisi di un cold case”. Gli autori sono due: la psichiatra Liliana Dell’Osso e lo psichiatra e psicoterapeuta Riccardo Dalle Luche, entrambi formatisi a Pisa. Questo libro è di notevole importanza, sia perché tratteggia la storia di una delle  più celebri e ricordate dive di Hollywood e fu la prima in una situazione che poi si verificò per molti altri casi analoghi, e sia perché fa luce sui rapporti morbosi e psicopatologi in una serie di donne. Una psicopatologia che ha reso evidente una sindrome di fondo tra maschi e femmine anche se la loro sessualità non è psicologicamente disturbata; tuttavia è alla base d’un mondo per molti aspetti dominato da un maschilismo di fondo ed è questo il motivo che ha stimolato il mio interesse e spero anche quello dei nostri lettori. Anzitutto la storia di Marilyn. Nasce orfana di padre, che abbandonò la moglie dopo i primi amplessi che la misero incinta, e di quella madre che non potendo e non volendo allevarla la affidò ad un orfanotrofio dopo averle dato il nome di Norma Jean, trovato insieme alle persone dell’orfanotrofio che di lei si sarebbero occupate. Norma tentò più volte di fuggire, passarono alcuni anni e alla fine decise in piena libertà di andarsene ma priva di qualsiasi sostentamento. Face alcuni mestieri servili ed ebbe incontri sessuali fuggevoli che peraltro le davano pochissimo soddisfa mento. La Dell’Osso comincia con una diagnosi che esprime così: “schizofrenica paranoide marginale”. Dalle Luche aggiunge a quella diagnosi la parola “dipendente” che così definisce: “Marilyn dipendeva dall’alcol, dai sedativi, dai suoi amanti o mariti del momento, dalle gratificazioni, dal successo e soprattutto dalla fama”. La Verità Psicologica che emerge dal libro riguarda alcune caratteristiche che rivelano aspetti finora ignorati. Per esempio che la sua femminilità era molto scarsa. Era diventata la dea della femminilità, dopo Jean Harlow era lei la nuova “bomba del sesso” e così la vedevano gli uomini che l’hanno frequentata e vagheggiata; invece quel requisito non l’aveva affatto, o meglio era lei che non lo sentiva. Aveva tutti gli uomini che voleva, ma li voleva socialmente importanti. Tra di essi lo scrittore Arthur Miller, gli attori e cantanti Frank Sinatra e Yves Montald, John e Bob Kennedy, ma la sua apparente femminilità era talmente debole che lei temeva d’essere tendenzialmente lesbica. Era molto ambiziosa ed anche perfezionista, Il suo analista, conoscendo a fondo la sua vita fisica e psicologica, era piuttosto impietosito nel descriverla. Secondo la sua testimonianza, “voleva essere una vera attrice ma non lo era; voleva essere smisuratamente amata, adorata da uomini importanti che di fatto si aspettavano da lei solo il ruolo di bionda svampita”. Ebbene Marilyn fu il prototipo di quel tipo di donna. A me non pare che recitasse male. Vidi a suo tempo quasi tutti i suoi film, alcuni dei quali degni d’una grande attrice, Ne cita tra i molti “Gli uomini preferiscono le bionde” e A qualcuno piace caldo”, a mio avviso tra i migliori del cinema hollywoodiano. Lei per, nonostante i suoi successi cinematografici ed anche amorosi, fu anche molto infelice. Non aveva voluto avere figli proprio perché avrebbero inevitabilmente limitato gli altri aspetti della sua vita, ma quella mancanza spiega anche la continua presenza in lei della malinconia. Era molto malinconica Marilyn e lo si vide soprattutto negli ultimi mesi della sua vita, quasi che l’ala della morte fosse sempre più presente. Nella sua storia uno dei momenti centrali avviene quando alla riunione che festeggiava il compleanno di John Kennedy lei arrivò non invitata, si presentò al microfono e intonò la canzone di rito “Happy Birthday, Mr: President”: Era il 19 maggio del 1962. Morì il 5 agosto di quello stesso anno.
Eugenio Scalfari  - Il vetro soffiato www.lespresso.it  - L’Espresso 7 aprile 2016

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