La scorsa settimana sono stato in
crociera alle Bahamas, alle Bermuda, alle Isole Vergini, alle Turks and Caicos,
alle Cayman, ad Antigua e alle Barbados. La prossima settimana, volerò in
Alaska, a Parigi in prima classe, poi in Costa Rica, nello Yucatan e a Puerto
Rico. Tutto gratis. Da mesi ormai, almeno due volte al giorno, una voce
registrata di donna, sempre di donna, mi annuncia garrula al telefono: “Congratulation!!! Ha vinto una crociera
per due in prima classe a…” e segue il nome della località dove potrò navigare
senza spendere un centesimo. Purchè mi affretti a chiamare il numero verde, o
acceda al loro sito web e sbrighila semplice formalità di lasciareil mio codice
fiscale e una carta di credito, per mettere il cappello sul posto, prima che se
loe cucchi un altro. Non avendo in vita mia mai vinto nulla a nessuna lotteria,
tombole natalizie coi nonni incluse, avrei comunque seri motivi per dubitare
che improvvisamente la mia fortuna sia cambiata, ma la diffidenza verso questi
premi non richiesti si fonda su ben altro che l’esperienza della scarsa fortuna alle riffe. Anche questi
regali, come tutti quelli che invadono le mie cassette di posta elettronica o
cartacee, sono parte del gigantesco Con Game, il gioco dei magliari, che
l’avvento delle nuove tecnologie ha moltiplicato. Lo schema della truffa, che
in inglese si chiama appunto con, abbreviazione di confidence, fiducia. è sempre lo stesso e funziona. Nell’eterna, invincibile illusione che ci sia nel mondo
qualcuno, un’azienda, un movimento politico, un amico, un consulente, disposto
a darci qualche cosa in cambio di niente e a regalarci la mappa per l’isola del
tesoro, il magliaro conquista la nostra fiducia scrutando le nostre debolezze e
i nostri desideri.(..) Ma insieme hanno svegliato l’appetito dei pataccari e dei ladri che puntano alla
mia identità e alla mia carta di credito, facendomi balenare il “pacco”. Le
truffe in rete compiute da impostori che convincono anziani a versare i loro
risparmi promettendo investimenti sicuri (le più frequenti) hanno raggiunto nel
2014 il miliardo di dollari, una somma sicuramente inferiore alla realtà perché
le vittime raramente le denunciano, nel timore di apparire, prima che vittime,
fessi. E se la proverbiale vecchietta sembra il bersaglio facile, ricordiamoci
che Bernie Madoff, il super con della
finanza newyorkese oggi in carcere, succhiò per vent’anni più di 65 miliardi di
a università, agenti di Borsa, stelle del cinema, consulenti finanziari,
imprenditori, prima che i polli si accorgessero di essere polli. Internet ha
soltanto moltiplicato, non creato, il Gioco del Grande Magliaro. Se il numero
di bidonati via Rete raddoppia ogni anno e ha raggiunto soltanto negli Stati
Uniti il numero di 25 milioni di vittime, è perché le vittime sono i veri
responsabili delle truffe, come lo spettatore che vuole farsi ingannare dal
“mago” o dal medium. Non si ripeterà mai abbastanza che se una cosa è troppo
bella per essere vera, molto probabilmente non è vera. Che santi che pagano il
nostro pranzo non ci sono, come cantava Lucio Dalla, e di gratis nel mondo, non
esiste nulla. Ma il desiderio di credere che la fortuna sia cambiata, che
finalmente la cartella della tombola si sia riempita di fagioli anche per noi,
la voglia di sentirsi più furbi di quelli che pagano il prezzo giusto, sarà
sempre più forte del timore di essere bidonati. Basta dare il numero di carta
di credito, il codice fiscale, o magari un semplice voto su una scheda, e il
bastimento salpa, verso l’isola del Tesoro. Il loro.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 23 aprile 2016
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