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martedì 19 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Una manciata di semi salverà il mondo...



Lo sostiene l’Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica ) nella sua nuova campagna per capovolgere il modello agricolo dominante – basato su sfruttamento delle risorse, uso dei pesticidi, selezione genetica spinta – e promuovere invece il rispetto delle biodiversità e al ritorno all’indipendenza dei contadini. Questi per millenni si sono scambiati i semi e hanno selezionato nei loro campi nuove varietà da coltivare. “Oggi invece poche multinazionali controllano il 70 per cento del mercato delle sementi” dice Vincenzo Vizioli, presidente dell’Aiab. Il risultato è l’omologazione: poche le varietà coltivate, ambiente inquinato dai pesticidi che quelle stesse aziende producono, salute danneggiata. “L’aumento di intolleranze è senz’altro dovuto anche a questa uniformità del cibo” dice Vizioli. Con la campagna coltiviAMO BIOdiversità l’Aiab distribuirà agli agricoltori interessati 4-5 chili di miscugli di semi, ottenuti da incroci e raccolte condotte con la “selezione partecipata”. Il primo a provare sul campo, in Siria nel 1995-96,  questa tecnica è stato il genetista Salvatore Ceccarelli. “Ceccarelli ha rimesso a disposizione dei contadini le tante varietà che erano state tolte perché considerate inutili, e dalla loro coltivazione sono stati prodotti miscugli di semi”. Il seme che si raccoglie da un campo non è mai identico a quello dell’anno prima. Cambia per effetto di incroci naturali, clima, tipo di terreno. “Nella selezione partecipata si arriva a creare nuove varietà sulla base delle esigenze del contadino, cioè si individuano caratteri e peculiarità interessanti per quello specifico ambiente. Oggi questa è forse anche la risposta più concreta ai cambiamenti climatici”. Ed è quanto l’Aiab cerca di fare anche in Italia: “La natura ci insegna che l’equilibrio si trova nella diversità” conclude Vizioli. “E questo vale anche per gli umani”.
Cristina Mochi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 8 aprile 2016 -

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