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venerdì 29 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Le leggi della natura non sono fatte per noi...



Lei si chiede le ragioni per opporsi a una legge sull’adozione aperta agli omosessuali e cita la scienza, la religione e i “principi”. Sono d’accordo con lei sul fatto che niente di tutto ciò possa ragionevolmente opporsi all’adozione per gli omosessuali. Io credo che ciò che veramente vi si oppone sia la natura che prevede l’omosessualità, ma non la possibilità che due esemplari dello stesso sesso “producano” e/o allevino prole. Il concetto di base è che il continuo, distratto, illimitato intervento umano sulla natura, il piegarla a forza ai propri desideri ed esigenze, è una bomba a orologeria. Così come la sempre più dilagante attitudine a non accettare nessun limite: non la vecchiaia, non la fatica fisica, non la sterilità, non la morte. E’ doveroso il distinguo tra interventi mirati ad assecondare la natura, e quelli mirati invece a stravolgerla. Esempi del primo caso sono l’eutanasia per ridurre le sofferenze di un malato terminale e tutta la medicina, che mira a ripristinare lo stato di salute. Interventi che stravolgono la natura sono la sfrenata chirurgia estetica per mascherare la vecchiaia, l’accanimento terapeutico in nome di principi religiosi, il , il congelamento di spermatozoi e ovuli come se fossero filetti di merluzzo, le cure ormonali devastanti per ottenere a tutti i costi una gravidanza. E, a mio parere, anche l’allevamento di bambini da parte di omosessuali.  Irene La Runa  clone_g81@hotmail.com

Cara Irene, appellarsi alla natura offre quella serenità e quel senso d’innocenza, se non addirittura di giustizia, che accompagna chi, richiamandosi alla natura, pensa di ragionare senza essere condizionato da alcuna fede né ideologia. Non è così. Riferirsi alla natura come a un buon criterio per decidere sui nostri comportamenti, le nostre scelte, le nostre azioni, sottintende che la natura è “buona” e “giusta”, come vuole la tradizione giudaico-cristiana che così la concepisce in quanto creatura di Dio: tutto ciò che Dio crea è buono, come sappiamo dal primo libro della Bibbia, il Genesi. Anche Leopardi, nonostante non credesse in Dio, soffriva di questa inconscia cultura cristiana, se è vero che nella lirica A Silvia scrive: “O natura, o natura,/ Perché non rendi poi/ Quel che prometti allor? perché di tanto/ Inganni i figli tuoi?”. In realtà la natura non ha promesso proprio niente a nessuno. E solo l’ipotesi che sia “buona” consente di pensare, davanti a una disgrazia, che la natura ci abbia ingannato, la natura non è né buona né cattiva, è semplicemente indifferente alla vicenda umana. Fa nascere eterosessuali, omosessuali, bisessuali senza alcuna ragione, così come fa nascere sani e malati, belli e brutti, fa morire giovani e vecchi, nel suo ribollire senza scopo né perché fa tremare la terra, l’inonda di improvvise lave vulcaniche e onde tsunami che provocano sciagure non imputabili ad alcuno, né evitabili. (..). La nostra vita, che la natura aveva programmato di 40/50 anni, grazie alla scienza e alla tecnica, si è allungata quasi del doppio. In una parola, i limiti naturali sono stati oltrepassati in quella lotta che, non sappiamo quanto consapevolmente, l’umanità ha ingaggiato con la natura, interessata solo alla conservazione della specie e non alla felicità degli individui, ai loro desideri, ai loro progetti, ai loro sogni e a tutte quelle buone ragioni che gli individui, prima di sottostare alla legge della natura che inesorabile sancisce la morte, riescono a reperire per vivere. Tra queste buone ragioni c’è anche quella di generare e crescere con amore un figlio, se la tecnica, ideazione umana per contrastare l’indifferenza della natura per la sorte umana, lo consente.
umbertogalimberti@repubblica.it  - Donna di Repubblica – 16 aprile 2016

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