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venerdì 15 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Ignazio il marziano conquista la folla ma poi rinuncia a partire...



“Tutta la popolazione della periferia si è riversata al centro della città e ostacola ogni traffico. Debbo dire che la gioia, la curiosità è mista in tutti ad una speranza  che poteva sembrare assurda ieri e che di ora in ora si va facendo più viva. La speranza che tutto cambierà”. Data la notizia dell’atterraggio a Villa Borghese di un marziano, Ennio Flaiano iniziava così il racconto di quello che, da classico della commedia del ‘900, sarebbe diventato strumento di dialettica politica nelle meste vicende legate al governo di Roma di oggi. Il marziano Marino, fiero di tanta oggettiva estraneità alla politica tradizionalmente intesa, presenta il suo libro (Un marziano a Roma, appunto) in un’affollatissima libreria sull’Appia , con la popolazione riversatasi a ostacolare ogni traffico e la speranza, ancora una volta, che tutto cambierà. L’auspicio, nei supporter di Marino, è che a cambiare sia soprattutto lo scenario della campagna elettorale. Tra candidati troppo di bandiera, candidati improbabili e candidati scommessa, il pensiero che il libro-denuncia-testimonianza col quale Ignazio Marino è tornato in campo sia di fatto il programma politico per una sua nuova candidatura, si fa via via più legittimo. Nessuno più di lui avrebbe determinazione ì, motivazioni e livore per tentare di riprendersi quel che con discutibili manovre di palazzo gli è stato tolto dal suo stesso partito. Nessuno, paradossalmente, può vantare l’utile e invidiabile esperienza di esser già stato sindaco di Roma. Marino sembra determinatissimo. Arringa la folla che lo fomenta con cartelli che lo vogliono candidato, sfodera sarcasmo forgiato negli anni in cui è stato oggetto degli sberleffi di tutti, da “nativo Pd” si pone talmente al di fuori del suo partito e dai dettami del presidente del Consiglio, risultando accattivante tanto per i mai sopiti istinti anticasta quanto per i più radicati residui di sentimentale appartenenza partitica a un partito che non c’è più. Ma proprio sul più bello, a pochi minuti dai tg. quando l’acme è alle stelle, quando l’happy end è talmente pompato da far partire l’applauso in anticipo e i sondaggi fin qui prodotti cominciano a sapere di muffa, arriva il colpo di scena. Fermi tutti, abbiamo scherzato. “Aiutatemi a trovare nella società civile un uomo o una donna, che non sia io, per candidarsi”. La delusione si mangia libro, marziano e astronave. Resta solo Flaiano; “Ci sono molti modi di arrivare, il migliore è di non partire”.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 8 aprile 2016 -

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