Alzi La Mano chi
era a conoscenza delle gesta di Vito De Filippo, Pd , ex governatore della
Basilicata e da due anni vano sottosegretario alla Salute. Chi aveva mai
sentito nominare la gentile signora Rosaria Vicino, Pd, ex sindaca di Corleto
Perticara, Potenza, paesotto di duemila abitanti benedetto da ricche
royalties del petrolio.(..). Per storie
di gas greggio , of course, e relativa cascata di euri. Ne sapevamo poco o niente,
fino a che le intercettazioni della procura di Potenza ci hanno svelato un
mondo parallelo – di cui l’ex ministra Guidi e il suo compagno Gianluca Gemelli
– fatto di faide feroci, sono eroi eponimi e prime vittime – fatto di faide
feroci, comitati d’affari, clientelismi e familismi. Tutto per l’irrefrenabile
corsa all’oro che, come nel Klodyke di fine Ottocento, produce pepite-barili e
criminalità varia. Un Mondo Privo Di Regole e controlli. A cominciare dal Pd di
Matteo Renzi. I cui cacicchi locali sembrano vestire i panni di Cetto La Qualunque.
Rosaria Vicino, per esempio, adesso agli arresti, controllava il territorio grazie ai posti di lavoro ottenuti
per gli amici degli amici dalle società incaricate di realizzare gli impianti
di Tempa Rossa; il consenso elettorale che ne riceveva era a disposizione di De
Filippo, più preoccupato di combattere il nemico governatore che esercitare il
mestiere di sottosegretario, che pure di deleghe ne avrebbe (..). In quanto a
De Filippo, si sdebita con la sindaca raccomandandone il figlio all’Eni: Se un
Fabrizio Barca indagasse su questo Pd, forse lo descriverebbe “cattivo e
pericoloso” come quello romano. Le Stesse Regioni, poi, sembrano imperi
autoreferenziali, macchine che procedono separate e i cui governatori hanno
fatto della riforma del Titolo V della Costituzione, firmata Bassanini, uno strumento
di interdizione continua nei confronti del potere centrale e la sfida nel loro
stesso partito. Il Pd di Pittella e della Basilicata, squassata da faide
interne, si è detto. Sulla Campania di Vincenzo De Luca e sulla Sicilia di
Rosario Crocetta, galassie lontane, c’è poco da aggiungere alle cronache
quotidiane. In quanto a Michele Emiliano, ras della Puglia, è certamente il
regista principale di quanto si muove da mesi intorno all’affaire petrolio: è
lui il promotore del referendum antitrivelle, ed è sempre lui, che pure si
rifornisce di acqua dalla Basilicata, a non volere a Taranto i depositi per il
greggio lucano da cui la sua regione non trae benefici. Un Sud (e un Pd) altro
dal resto del Paese.(..) Il
Paese Dei Lacci e
lacciuoli è, per assurdo, anche quello della licenza e dell’arbitrio. In questo
deserto di regole certe e di controlli reali, viene da chiedersi che cosa
davvero sapessero Matteo Renzi, e Maria Elena Boschi e gli altri ministri del
governo, del verminaio lucano, della guerra per bande, degli interessi in
gioco, di quelli in conflitto, e dei favori a parenti e amici. C’è da sperare
che ne sapessero poco o nulla. Ma forse, per paradosso, questo preoccuperebbe
anche di più.
Bruno Manfellotto – Questa settimana www.lespresso.it - @bmanfellotto – 14 aprile
2016
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