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domenica 17 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Il futuro dell'energia sono le rinnovabili altro che 4 pozzi di petrolio in Basilicata..



No tav, No Triv, No Muos, No Dal Molin, tutti questi bellissimi movimenti di cittadini hanno il difetto di essere identificati con quel semplice “no”, che rende facile rinchiuderli nella caricatura di un’Italia conservatrice, fiera avversaria della modernità. Quando naturalmente non è così. No Tav, per molti cittadini poco informati, significa rifiuto dell’alta velocità: una follia. Nella realtà i No Tav si oppongono a un singolo progetto, la Torino-Lione, con motivi assai razionali, visto che si tratta di spendere 30 miliardi di denaro pubblico da qui al 2042 (!) per guadagnare un’ora di tragitto su un percorso dove il traffico merci e passeggeri è in caduta libera da anni. Ma il concetto sarebbe più chiaro se il No della protesta si colorasse di proposte in positivo. Per esempio, se i No Tav insistessero sul fatto che esiste già una linea ferroviaria Torino - Lione che potrebbe essere ammodernata con poca spesa e senza bucare montagne piene di amianto. Oppure che sarebbe assai più utile al Paese investire sulla Milano – Venezia, spostando su rotaia milioni di turisti e colossali traffici di merci dalle affollate e pericolose autostrade e strade del Nord est, come qualche anno fa ammise un grande dirigente delle Fs. Mauro Moretti. Lo stesso discorso vale per i no Triv. Lasciando perdere lo scandalo Guidi alle spalle e l’imminente referendum, il vero punto dovrebbe essere questo: esiste oggi una politica energetica in Italia? Qualcuno si sta preoccupando del futuro del Paese in un settore così strategico? I pozzi nel mare lucano, col loro ridicolo quantitativo di greggio (50 mila barili) e di posti di lavoro, un centinaio, non possono essere una risposta. Bisognerebbe chiedersi perché l’Italia che potrebbe essere un’avanguardia dello sviluppo sostenibile, sia invece la nazione d’Europa che negli ultimi cinque anni ha maggiormente disinvestito nelle fonti rinnovabili, eolico, solare, geotermico, distruggendo la metà dei posti di lavoro in un settore nel quale altre nazioni investono con decisione. La Spagna ha creato 100 mila posti di lavoro nelle rinnovabili, la Germania addirittura 400 mila, grazie anche alla spinta delle case automobilistiche che credono nel boom delle auto elettriche. I Paesi del Nord Europa puntano sul solare e sullo sviluppo del turismo e noi italiani facciamo buchi vicino alle coste per cercare un po’ di greggio di cattiva qualità. Non è assurdo?
Curzio Maltese . Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 15 Aprile 2016 -



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