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venerdì 22 aprile 2016

Lo Sapevate Che: Il naso Hi -Tech per stanare il cancro ai polmoni...



Il cancro al polmone, insieme ai tumori alla trachea, è per l’Istat la quarta causa di morte in Italia, la seconda per gli uomini. Sono circa 100 le vittime al giorno, e tuttavia , nelle fasi precoci, può essere guarito una volta per tutte – nell’80 per cento dei casi – con il solo intervento chirurgico. L’importante è diagnosticarlo in tempo, sfida oggi facilitata da una nuova tecnologa sviluppata all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Si tratta di un “naso elettronico”. Il paziente soffia, tramite un tubo, in una scatoletta dotata di otto sensori al quarzo che riconoscono le particelle volatili prodotte dal sistema immunitario in presenza di un tumore. Secondo uno studio appena pubblicato sul Journal of Breath, questa “firma molecolare” permette di riconoscere con un’accuratezza del 90 per cento i tumori in fase 1. “Purtroppo oggi soltanto il 15 per cento dei casi di tumore al polmone è diagnosticato nella fase iniziale della malattia, perché non si è ancora trovato uno strumento di screening di massa che, oltre ad essere efficace, sia anche sostenibile dal Sistema sanitario nazionale” spiega Lorenzo Spaggiari, direttore del programma polmonare dell’Istituto. “La Tac a basse dosi è molto efficace nelle diagnosi precoci, e permette – quando evidenzia tumori di dimensione inferiore a un centimetro – percentuali di sopravvivenza a 5 anni superiori al 90 per cento. Ma il suo uso clinico, a causa degli alti costi, è oggi limitato: è un esame di secondo livello. Il naso elettronico, invece costa appena 1.500 euro – circa 600 volte di meno di una macchina per Tac – e non richiede personale specializzato: ogni medico di base potrà esserne dotato”. Nei progetti avviati dallo Ieo, il test con il naso elettronico – soprattutto per i forti fumatori, che rappresentano l’85 per cento dei malati – è il passo iniziale, che poi, solo nel caso che risulti positivo, fa accedere alle altri fasi diagnostiche: prima l’analisi del microRna, che può rivelare i tumori ancora in formazione dai frammenti di Dna che rilasciano nel sangue, e infine la Tac a basso dosaggio. L’idea per il naso elettronico è venuta dall’osservazione di quello dei cani, in grado di identificare sostanze anche a bassissime concentrazioni grazie a 220 milioni di recettori olfattivi, contro i 5 milioni dell’uomo. E il fiuto canino – applicato alla rivelazione dei composti volatili organici, ma questa volta nelle urine dei pazienti – è stato anche di ispirazione per un nuovo sensore chimico per le urine che lo Ieo sta sviluppando insieme al dipartimento di veterinaria dell’Università di Milano e che sarà aggiunto alla prossima versione del naso elettronico. Una volta identificati i tumori in fase iniziale, si potrà combatterli con sistemi innovativi, anch’essi sviluppati allo Ieo: con il Budesonide, farmaco cortisonico da inalare, che nel 2010 si è mostrato capace di ridurre il diametro dei noduli polmonari, ma anche, probabilmente, con l’aspirina a basse dosi. Un nuovo studio, che terminerà nel 2017, verificherà infatti se l’uso dell’aspirinetta (100 milligrammi al giorno per un anno) può ridurre i noduli.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 15 aprile 2016

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