Fino a non molto tempo da faceva
notizia che alcune aziende, soprattutto nel mondo anglosassone, offrissero come
benefit ai propri dipendenti non solo pause zen, palestra, pilates, piscina,
massaggi, mensa biologica, asili nido baby sitter a domicilio, maggiordomo
aziendale per le commissioni, corsi di lingua, viaggi di studio (anche la
settimana bianca, anche le vacanze ai Caraibi) e via elencando, ma pure piccoli
e grandi interventi di chirurgia plastica nonché di medicina estetica. Via le
borse dagli occhi, via le rughe, anche quelle d’espressione: qualche iniezione
di acido ialuronico e qualche colpetto di botox e la remise en forme è fatta. Difficile non approfittare dell’occasione
quando a pagare è l’azienda. Ma ora la posta in gioco si è alzata. Fra le facilities che il atori lavoro propone
alle sue manager – iniziativa per il momento ancora di super nicchia – c’è l’egg freezing service rivolto
essenzialmente alla fascia delle venti-trentenni che spesso, per motivi di
carriera, rimandano la maternità. Sia le dipendenti di Apple che di Facebook
negli Stati Uniti hanno la possibilità, fra i benefit aziendali, di congelare i
loro ovuli, una forma di assicurazione contro eventuali problemi di infertilità
che potrebbero sopraggiungere entro qualche anno. Chi si ferma è perduto: le
donne in carriera lo sanno benissimo. Come conciliare lavoro e maternità a
spese dell’azienda, dunque. Spese che non sono né indifferenti né simboliche.
Perché l’operazione vada a buon fine gli esperti consigliano di congelare una
ventina di ovociti in due diversi cicli di raccolta che costano dagli otto ai
dieci-mila dollari a ciclo, più la tariffa per conservarli in azoto liquido a
196 gradi sottozero. La cifra che le due aziende stanziano per l’egg freezing si aggira su ventimila
dollari tutto compreso. Non meraviglia che i dipendenti delle due aziende che
abbiamo citato siano in buona parte di sesso maschile.
Laura Laurenzi – Il Venerdì di Repubblica – 15 Aprile 2016 -
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