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giovedì 28 aprile 2016

Lo Sapevate Che: L'"Eredità" di Carolina, suicida a causa dei cyber bulli...



E’ un atto di accusa e un testamento, una lettera di addio lunga tre pagine. L’ha lasciata Carolina Picchio prima di togliersi la vita a soli 14 anni per colpa del cyber bullismo e per la vergogna che provava dopo essere stata violentata, filmata e mortificata sul web. Per cinque adolescenti mercoledì è cominciato il processo al Tribunale dei minori: hanno chiesto la messa alla prova dicendo di essere pentiti. Il giudice deciderà il 17 giugno. Ma è stato soprattutto Paolo Picchio a interpretare il messaggio che sua figlia voleva dire al mondo, quando aveva scritto: “Le parole fanno più male delle botte. Ma voi non lo capite?  Siete così insensibili?” prima di lanciarsi dal terzo piano. Dalla tragedia successa il 5 gennaio 2013 è nata la battaglia personale di un uomo di 66 anni, ex dirigente della De Agostini, a cui la vita ha strappato uno dopo l’altro gli affetti più cari. Aveva sette anni quando perse i genitori e due dei suoi fratelli in un incidente stradale. Un’encefalite ha ucciso suo figlio di soli tre anni. Un tumore si è portato via la prima moglie. Paolo Picchio ha avuto la forza di raccogliere il dolore e trasformarlo, insieme alla senatrice del Pd Elena Ferrara, in una campagna di sensibilizzazione contro il bullismo sulla rete. La loro lotta ha coinvolto istituzioni, scuole, ministeri. E ora sta per nascere una legge, il cui testo è già passato al Senato. La sensibilizzazione è stata così forte da smuovere anche i colossi della Rete, come Facebook e Google, per arginare il fenomeno imponendo regole più restrittive per i minori. A Milano, invece, a novembre, al Fatebenefratelli sarà inaugurato il primo centro di cura per vittime di bulli e cyber bulli. “Ai ragazzi dico: i bulli esisteranno sempre, ma voi siete la maggioranza silenziosa che può fermarli. Se sarò riuscito a sensibilizzare anche solo uno di loro evitando che qualcuno soffra come Carolina, la mia missione sarà riuscita” racconta Paolo Picchio. All’udienza di mercoledì, ha voluto guardare gli imputati negli occhi: “La requisitoria è stata dura ma ai ragazzi è servita per capire il male che hanno fatto a Carolina”.
Sarah Martinenghi – Italia – Il Venerdì di Repubblica – 22 aprile 2016 -

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