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giovedì 6 marzo 2014

Lo Sapevate che: I Gay Non Hanno Niente Da Farsi Perdonare...


Scrive San Tommaso: “Certi atti sono virtuosi per alcuni in quanto appropriati e adatti a loro, e immorali per altri in quanto a loro inappropriati”

Alcune riflessioni sulla sua risposta all’aulico omosessuale che invocava rispetto dal Santo Padre. Non volendo presupporre la sua malafede, devo pensare che non sia insufficientemente informato sulla morale cattolica:
A)    L’omosessualità in quanto tale non è affatto bandita né è moralmente accettabile negare comprensione e amore ai fratelli omosessuali. Come saprà, di moralmente illecito ci sono solo gli atti omosessuali. Ma allo stesso modo lo sono gli atti eterosessuali al di fuori del matrimonio.
B)    Scrivere che la Chiesa condanna l’omosessualità solo dal XIII secolo non solo va contro le evidenze Scritturali neotestamentarie, ma anche contro quelle Patristiche.
C)    La natura genera tante aberrazioni. Ma parlando di natura è chiaro che si voglia perseguire una propria ideologia, anche solo per restare nel politicamente corretto.
D)   Lei è certo che scopiazzando gli eterosessuali in una delle istituzioni più importanti della nostra società, qual , non si riducano gli omosessuali a semplici macchiette parodistiche degli etero?
Un non lettore di Repubblica e di D (perché smodatamente faziosi come troppa stampa di destra o di sinistra) che per caso ha letto le sue righe.
Daniele Caselli

Il fatto che lei definisca con tono ironico “aulica” la bella lettera che un omosessuale ha scritto per questa rubrica, già denuncia il pregiudizio che lei nutre nei confronti degli omosessuali. E quando il pregiudizio si accompagna al tono di sufficienza, se non addirittura di superiorità, di chi tiene a precisare di essere un non lettore di alcuni giornali perché troppo faziosi, l’impressione che se ne ricava è che proietta sugli omosessuali e sui giornali la faziosità sua, tipica di chi assume un codice morale, nel suo caso quello della morale cattolica, per esprimere giudizi categorici, senza confrontarsi con altre posizioni o concezioni della morale. Detto questo, entriamo nel merito delle sue considerazioni.
A)    Quando lei dichiara “amore e comprensione per i fratelli omosessuali ribadendo subito dopo il principio della morale cattolica che considera “moralmente illeciti i loro atti”, sta dando del “povero peccatore” all’omosessuale che, per redimersi dalla sua condizione, dovrebbe astenersi dall’esercizio della sessualità. E’ allora evidente che il suo amore è in realtà per il “principio”, magari “non negoziabile”, che vieta l’esercizio della sessualità agli omosessuali, nei confronti della quale, il suo amore e la sua comprensione ha tutto il sapore di una dichiarazione retorica.
B)    Nella Scrittura neotestamentata e nella Patristica non c’è alcuna “evidenza”, come lei dichiara, di esplicite condanne dell’omosessualità. Per convincersi, legga John Boswell, professore di Storia all’Università di Yale, il suo documentatissimo libro Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al IV secolo (Leonardo editore). E poi di seguito legga l’epistolario di Sant’Anselmo, priore di Bec e poi arcivescovo di Canterbury, che proibì la promulgazione della prima legislazione anti gay in Inghilterra. Anselmo aveva una serie di frequentazioni straordinariamente “emotive” con i suoi allievi, tra cui Lanfranco e Dom Gilberto a cui, per esempio, rimprovera “la compagnia di qualcun altro che ami non meno, o quanto più di me. Così tu godi della tua consolazione, mentre nulla è lasciato a me se non il cuore spezzato”.
C)    Definire “contro natura” l’omosessualità ha come premessa taciuta che “naturale” è solo la sessualità “riproduttiva”, per cui sarebbero “contro natura” anche gli atti eterosessuali non riproduttivi. Se poi consideriamo che comportamenti omosessuali si registrano in tutte le specie animali, come già riscontrato da Aristotele nel suo trattato La riproduzione degli animali, allora possiamo dire che l’omosessualità, al pari dell’eterossessualità è evento di natura e non “contro natura”.
D)   Quando gli omosessuali chiedono la legalizzazione dei loro rapporti, non stanno “scopiazzando”, come lei dice, gli eterosessuali, ma chiedono semplicemente che venga riconosciuto che i loro legami affettivi sono prima di tutto caratteriali, intellettuali, emotivi, comportamentali, e solo dopo anche sessuali, esattamente come le relazioni eterosessuali. E siccome i cittadini dovrebbero essere uguali davanti alla legge, perché negar loro un riconoscimento legale? Eppure tra i laici c’è sempre qualcuno che vuol essere più cattolico del Papa, che non molto tempo fa ha dichiarato: “Chi sono io per giudicare un gay?”.

umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di Repubblica – 1 marzo 2014 -

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