Vedi Un Film Su Ceausescu E Hai Un
Grillo Per la Testa
Censure, cacciata dei dissidenti,
allergia per la stampa: il capo M5S pare la versione solft del dittatore
In
certe occasioni che paiono drammatiche ma si potrebbero anche definire puerili,
mi vengono in mente immagini e parole di film visti al Festival e circolati
come fantasmi in Italia. Penso al documentario rumeno Autobiografia di un dittatore, tre ore di cinegiornali voluti dal
presidente rumeno Ceausescu, e di sola sua esaltazione, che proprio nel loro
drammatico servilismo danno il più agghiacciante e ridicolo ritratto d’un paese
e di un tiranno, del resto ricevuto con ogni onore, ai suoi tempi, dal
presidente americano Carter e dalla Regina Elisabetta d’Inghilterra. Tempi di
censura inesorabile, un solo canale televisivo, due sole ore al giorno di
trasmissioni, di cui 90 minuti per esaltare il Conducator detto anche il Genius du Carpati. Due anni dopo, nel
2011, uscì un divertentissimo film prodotto dal grande regista Christian Mungiu
(4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, Oltre le
colline) che ricordava in quattro episodi L’età dell’oro, cioè gli anni delle menzogne, della miseria e della
totale sottomissione a Ceausescu e signora. Il primo episodio è il curioso dramma
del principale quotidiano, totalmente epurato da giornalisti scomodi, scritto
da terrorizzati esecutori, eppure provvisto di un potente censore interno: guai
a sgarrare, anche di pochissimo, arrivava la Securitade e come minimo si veniva
cacciati.
In
modo molto innocuo per non dire leggiadro, però comunque un po’ ridicolo, si è
comportato sino a ora Beppe Grillo verso il suo giovane e prezioso popolo e
verso l’informazione: chi non la pensa come lui e il suo sciamanico socio
Casaleggio, anche nei minimi particolari, chi osa aprir bocca e dire la sua, va
epurato dalla sua personale Securitade, cioè dai suoi incalliti fedelissimi:
non solo, il loro incarico è anche quello di accusare chi osa pensare e
esprimere il suo pensiero (soprattutto donne) di volersi tenere tutti i soldi
che spettano ai parlamentari, senza doverne rendere conto (chi esce da un
gruppo può entrare in quello misto, cioè continuare ad essere senatore o
deputato).
Ora,
a parte i due primi capogruppo, quei Crimi e Lombardi, saccenti, antipatici,
presuntuosi e sperduti, la maggior parte degli onorevoli 5MS hanno belle facce
giovani e certamente il desiderio sincero, anche se non la capacità, di voler
cambiare un paese in crisi e una politica ingessata. Ma sono prigionieri di un
regolamento grillesco e della famosa Rete, quanto mai manovrabile quindi
inaffidabile, per cui devono solo ubbidire come automi alla coppia dei loro
capi, (che stanno fuori dal Parlamento, Casaleggio perché preferisce l’ideologo
al riparo della sua azienda, Grillo perché ha subito anni fa una condanna per
omicidio colposo).
E’
chiaro che ai due boss dà fastidio la democrazia, che ha molti difetti anche
drammatici soprattutto in Italia, ma resta la forma di governo meno pericolosa.
Uno dei pilastri della democrazia è la libera stampa e in questo senso spero
che siano in tanti a seguire sul nuovo canale. La Effe (50 digitale)
l’affascinante sceneggiato Borgen,
che viene dalla Danimarca e ha come protagonista un primo ministro donna: nella
storia l’informazione è lbera e intoccabile, i giornalisti hanno accesso a
tutto, salvo poi, ovviamente, pagare gli errori e le menzogne.
Grillo
considera la stampa un clan criminale, chi dei suoi l’avvicina viene trattato
da lui come un gangster: ora, che l’informazione italiana sia parecchio
difettosa, che preferisca lo scoop losco: se facessero dichiarazioni pacate spiegando per il paese e non per
Grillo, forse le notizie su di loro sarebbero più interessanti. E poi
sinceramente, questa storia degli scontrini da “rendicontare” (perdendo un
sacco di tempo prezioso), la restituzione di metà dello stipendio di onorevole
(non sarebbe meglio fare una battaglia perché tutti gli onorevoli debbano
farlo?), risulta persecutoria. Si sa che Grillo è molto ricco, certo i soldi li
ha fatti col suo impegno di comico: ma perché anche lui non segue il bel gesto
che impone ai suoi seguaci, e dona la metà dei suoi averi èer creare posti di
lavoro per i milioni di giovani disoccupati?
Natalia
Aspesi – Donna di Repubblica – 6-7-13
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