Si Sentiva Un Amante Invece Era Un Marito.
Tradito E
Benpensante.
Ho quasi 50 anni e sto con mia moglie
dai tempi della scuola. Rapporto giovanile intenso ma libero, vissuto più da
amanti che da fidanzati. Il tempo passa, arrivano i figli e la solita, pericolosa
quotidianità. Io comunque cambio
marcia, sono Felice e così credo per lei. Invece sul più bello scopro che ha un
altro. Mi crolla il mondo addosso ma resisto, penso che passerà presto. Non mi
rendo conto che da spensierato “amante” sono diventato “marito” benpensante.
Son passati gli anni ma tutto è rimasto immutato, anche la sua relazione
extraconiugale. Lui è lontano, sposato, e mi è apparso mediocre nelle poche
occasioni in cui si siamo sfiorati. Ho fatto il possibile e l’impossibile per
anni, lasciandola fare e cercando di capire, ma da tempo ho lasciato, sfinito,
umiliato e rassegnato. Neppure via posso andare, da sola non saprebbe fare,
troppi problemi, i soldi, i figli, la vita, le servo “vivo” anche se di dentro
non lo sono più tanto. Nella nostra gabbia dorata perché “la famiglia è
importante”, e sotto questo aspetto è molto accurata e non ci fa mancare
attenzioni. In questi anni da lei molti silenzi, qualche “affari miei”, “si
possono amare due persone contemporaneamente”, e molte, molte bugie. Io l’amo
proprio come l’amavo una volta, e penso che la libertà e l’amore non debbano
sempre solo rinascere dalla violenza e dal sangue, ma anche dalla
consapevolezza acquisita, seppur questo significhi perdere la persona amata.
Evidentemente ho commesso gravi errori, ma vado fiero del fatto che sbattere la
porta o peggio non cancelli le onte e i dolori indicibili. Le avevo donato
tutto me stesso e di me resta poco, a parte i figli, e l’ho accettato seppure
con la sensazione di quello che trova la casa svaligiata dai ladri e sa che
qualcuno gli ha dato le chiavi. Mia moglie è qui, lontana e distratta, e un bel
giorno, chissà, me ne andrò senza far rumore e forse neppure se ne accorgerà.
Ciononostante sono sereno, vivo coi nostri meravigliosi figli, aspettando di
potermi allontanare quando la vita, sempre imprevedibile, mi darà un segno.
Forse ama tuttora sua moglie come un
tempo proprio perché lei si è eclissata come donna, e limita la sua presenza a
non far mancare nulla alla famiglia, affetto compreso.
E, mi creda, è già molto. Anch’io penso
che si possano amare due o anche più persone contemporaneamente, certo di amori
diversi. La passione fisica da una parte, l’amore coniugale dall’altra, la
condivisione intellettuale da un’altra ancora. Sarebbe meglio che gli amori
coincidessero, ma anche quando succede, generalmente non dura moltissimo ma si
finisce per accontentarsi del calore di coppia e familiare. Poteva essere lei a
trovare un altro legame irrinunciabile, invece è successo a sua moglie: e lei lo
ha accettato. Non è chiara però una sua frase che pare persino minacciosa,
quando dice che la libertà e l’amore non sempre rinascono solo dalla violenza e
dal sangue: se lei si riferisce agli uomini che ammazzano la loro donna, certo
non sarà quell’orrore a ricreare l’amore. Se ho capito male, gradirei una sua
più accurata spiegazione. Non pensi che non abbia comprensione per il suo
silenzioso amore e per la sua eroica resistenza: tuttavia mi perdonerà se credo
sino a un certo punto che lei non se ne vada perché sua moglie non saprebbe
cavarsela da sola. Tanto più che, dice lei, se scomparisse lei neanche se ne
accorgerebbe. Le auguro di continuare ad essere sereno in attesa appunto che la
vita le riserbi una meritata felicità
Natalia Aspesi – Venerdì di Repubblica
– 28-6-13
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