La Camera Diventa Un Set
(Ma Non Ci Guadagna Niente)
Da Buongiorno presidente alla fiction su
Tangentopoli. I Palazzi del potere si offrono alle telecamere senza incassi:
“ci rimborsano solo le spese”
Roma.
Il segno che i tempi stavano cambiando è arrivato prima dell’exploit grillino.
Camere sciolte, ultimi respiri della XVI legislatura. E Montecitorio pronta a
offrirsi ai ciak. E non di un documentario d’arte o storico divulgativo. Ma
proprio di un film. Di quelli comici, che fai la fila al botteghino del cinema.
Erano i primi di gennaio, quando l’Aula è stata popolata da attori e comparse
per girare Buongiorno presidente, il
film di Riccardo Milani con Claudio Bisio.
Aperta
la strada, il resto vien da sé. Passano pochi mesi, primo weekend di giugno, e una
nuova produzione bussa alle porte del palazzo. A prendere posto nell’emiciclo
stavolta sono i “fantasmi” degli anni Novanta. Girano 1992, la serie su Tangentopoli, prodotta da Wildside per Sky: dieci
puntate attese per la prossima stagione televisiva. Nell’emiciclo risuonano le
parole di Bettino Craxi nel luglio 1992, quando sul finanziamento “irregolare”
ai partiti lanciò una chiamata di correo a tutto il sistema: “Non credo che ci
sia nessuno in quest’Aula che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in
senso contrario a quanto affermo”.
Si
sentono le grida “la-dri, la-dri”dai banchi leghisti. Due giorni di riprese.
“La cosa curiosa” racconta Giuseppe Gagliardi, il regista di 1992, “è che, pur
essendo la prima volta che c’entravo, ho avuto la sensazione fortissima di
essere stato cento volte a Montecitorio”.
Stavolta,
però, Tangentopoli non ha rappresentato un salasso per le casse dello Stato.
Per avere a disposizione l’emiciclo,, gli scranni, i velluti rossi e quel
corridoio del Transatlantico dove pascolano i politici, la produzione della
fiction ha pagato, così recita una abbottonatissima nota degli uffici della
Camera “un rimborso forfettario per le spese sostenute dall’amministrazione”.
Meglio che niente. Anche se non è dato sapere quanto.
Da
Montecitorio a palazzo Madama. Proprio in Senato è stato girato un documentario
vintage (1947-1948), ripescato dagli archivi dell’istituto Luce: Vita pubblica e privata di palazzo Madama.
Sulla pellicola tremolante scorrono senatori del passato (da Francesco Saverio
Nitti, al comunista Umberto Terracini).
Ma
la vera chicca è la voce narrante, quella strascicata e romanesca di un
“addetto” della Camera alta: “Armonia rispettata alla buvette, bibite di tutti
i colori…beh va bene, qualche volta c’è burrasca ma meglio le burrasche che
quando se diceva sempre de sì”.
Dodici
minuti in bianco e nero. Da Oscar. Della prima Repubblica che fu.
Giampiero
Cazzato – Venerdì di Repubblica – 21-6-13
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