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venerdì 1 giugno 2012

Lo Sapevate Che: Il Cordone Ombelicale


Le Mamme, Con Il Cordone Donano la vita due volte

Mamme incinte, oggi partorire può significare dare la vita due volte: al proprio bambino, è ovvio, ma anche
A un malato. Perché il sangue del cordone ombelicale, che dopo il parto viene comunque buttato via, è un modo – indolore per mamma e neonato – per consentire di effettuare trapianti risolutivi a chi ha malattie gravi, come leucemie e linfomi, o ereditarie, come le talassemie. Il cordone ombelicale è ricco di cellule staminali capaci di rigenerare tutte le cellule del sangue, fino alla guarigione. L’importante è trovare un donatore compatibile: è per questo che quanti più tipi di sangue cordonale sono disponibili, tante più opportunità ci sono di salvare vite umane. A dicembre erano duemila i pazienti, in Italia, in attesa del donatore giusto.
Ora la Federazione Adoces lancia la campagna Nati per donare: da un lato distribuisce materiale informativo in ottocento biblioteche italiane (adoces.it/donazione-sangue-cordone), dall’altro raggiunge i futuri genitori stranieri in Italia, con dispense in otto lingue, per assicurare anche a loro una riserva di cellule staminali: al momento è difficile garantire a molti immigrati un trapianto, per via del diverso patrimonio genetico. Mentre l’Adisco, la prima e più grande associazione del settore, portavoce dei progressi della ricerca, continua a rispondere alle domande di chiunque sia interessato (adisco.it e 06/20903895).
Il tema è delicato. In Italia è vietata la conservazione del sangue cordonale per uso personale (eccetto in rari casi previsti dalla legge): gli studi infatti dimostrano che il trapianto con cellule di un altro donatore è assai più efficace. Ma all’estero ci sono banche private abilissime nel sedurre i donatori e alimentare le illusioni: depositare presso di loro il cordone costa fior di quattrini e il business è miliardario. Meglio non lasciarsi incantare. Meglio donare in Italia, gratis. Cercando così un bacino sempre più ampio, in cui tutti, anche i donatori, potrebbero un giorno trovare il sangue compatibile.
Antonella Barina – Venerdì di Repubblica 18-05-12

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