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sabato 30 giugno 2012

Lo Sapevate che: Paura....



Paura: Una Parola Di Cui Si Abusa Nei Giornali E In Tv

I terremoti ci perseguitano.
Ed è ovvio che anche la persona più coraggiosa del mondo, quando la terra trema, ha paura.

Non c’è possibilità di difesa: se c’è pericolo che ti cada addosso il soffitto, che il pavimento ti si apra sotto ai piedi, puoi solo tentar di scappare. E’ quindi comprensibile che alla televisione e nei giornali il triste vocabolo sia usato con martellante insistenza: paura, paura, paura. E ben presto lo si è usato, non solo per descrivere lo stato d’animo di chi si trova in mezzo al terremoto, ma anche come stenogramma, per indicare quali zone siano particolarmente esposte al pericolo: il titolo “Paura nella Valle Padana” significa che secondo i sismogogi la Valle Padana può mettersi a tremare da un momento all’altro.
Tutto comprensibile, tutto chiaro. Ma è proprio inevitabile usare tanto spesso questa brutta parola? Poiché è scontato che uno sventurato provi paura quando si trova in mezzo al terremoto, è inutile scandirlo in tutte lettere nel titolo e nel testo: già sappiamo che il poveretto ha avuto una gran paura, che bisogno c’è di proclamarlo? Ancora meno mi sembra il caso di parlare di paura quando si vuole indicare una zona a rischio. Sappiamo che vi sono regioni simicamente pericolose: è giusto prendere precauzioni, che a tempi lunghi sono importanti (costruzioni antisismiche), a breve servono a poco, ma del tutto inutili non lo sono mai. E’proprio necessario ricorrere, per esprimere il concetto, al brutto vocabolo?
Si incontrano talvolta persone, e adesso non mi riferisco all’evento del terremoto in particolare, ma allargo il discorso, che addirittura sembrano vantarsi di avere provato una paura straordinaria, una paura fuori del comune: vogliono così indicare l’eccezionalità della loro avventura. Ma queste vanterie mi sembrano poco edificanti. Paura + sempre una brutta parola: nella storia ci sono stati eroi che si sono vantati di essere “senza macchia e senza paura”, del contrario nessuno si è vantato mai.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 22-6-12

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