Marco Biagi, Un Ragazzo Folgorato Dall’Africa
Devo alla ong Amani, che si batte per la causa dei bambini di strada in Africa, e agli amici del Centro studi Donati di Bologna, la scoperta di un passato molto poco noto nella vita di Marco Biagi, lo studioso di cui cade quest’anno il decimo anniversario dell’assassinio per mano brigatista. Soprattutto la devo alla moglie, Marina Orlandi, che ha raccontato la storia alla rivista di Amani, nel numero che viene distribuito in questi giorni ai sostenitori (amani-forafrica.it/amani/).
Marco Biagi compì giovanissimo, a 22 anni, un viaggio di studio in Africa e quell’avventura ebbe su di lui un’influenza molto forte. Ci andò con un gruppo di universitari al seguito del mitico don Tullio Contiero, figura assai nota e amata quanto meno tra la gioventù studentesca bolognese (un prete, per dire, che invece di chiedere ai ragazzi in confessione se avessero commesso atti impuri, chiedeva loro che cosa avessero fatto davvero per gli altri).
In Africa quell’estate del ’72, fra il Kenya, la Tanzania e l’Uganda, Marco Biagi s’innamorò della ragazza ancora più giovane di lui che sarebbe diventata sua moglie; studiò il socialismo rurale tentato dal presidente tanzaniano Nyerere; apprese che c’è sempre al mondo qualcuno più povero, meno favorito, da non lasciare indietro. Un apprendistato che non aveva affatto dimenticato trent’anni dopo, quando fu insensatamente ucciso.
Pietro Veronese – Venerdì di Repubblica 25-5-12
Nessun commento:
Posta un commento