Etichette

lunedì 18 giugno 2012

Lo Sapevate Che: Il Campanilismo...


L’Ultima Frontiera Del Campanilismo:
I Campanili Crollati

“L’Emilia reagirà, non come l’Abruzzo che si piange ancora addosso” ha dichiarato Vittorio Sgarbi all’indomani della scossa
Del 20 maggio, dando il potenziale via all’ultima e impensabile frontiera del campanilismo, quello dei campanili crollati. All’Aquila non l’hanno presa bene perché, anche ammesso e non concesso che il critico d’arte si sia riferito alla semplice osservazione dello status quo aquilano a tre anni dal sisma, lo sgradevole e inopportuno effetto mediatico generato è stato quello di aver fatto di ogni aquilano terremotato un piagnone.
Tuttavia, nel Paese dove si può dire qualsiasi cosa a sprezzo di ogni sensibilità e dove anche la cazzata più grossa si guadagna rapidamente l’ambito status di “provocazione”, scossa dopo scossa, articolo dopo talk show, l’impressione è che, solo lo smacco più esplicito tra i tanti che, direttamente o indirettamente, potrebbero trovarsi a subire in questi giorni.
Gianni Riotta, collegato con Agorà, raccontava che gli emiliani sono gente tosta che vuole stare lontanissima dalle polemiche e ha solo una gran voglia di ricominciare. In studio, l’ex presidente della provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane recitava l’ingrata e imbarazzata parte dell’amministratrice esperta di terremoti. Toccava a lei rappresentare una popolazione della quale, è bene ricordarlo, nei giorni che seguirono il 6 aprile 2009 si magnificarono in ogni dove le doti di dignità, forza e gentilezza, doti necessarie ma non sufficienti a garantire una solerte e soddisfacente ricostruzione. L’Aquila, oggi più che mai, diventa case history negativa, campionario di errori da non ripetere, precedente scomodo archiviato dalla memoria, e gli aquilani lo sanno. Vedono gli emiliani ripercorrere il loro infinito iter e pensano che doversi subire Alemanno che gli monta le tende a favor di telecamera, tweet e retweet, stordisca comunque meno che ritrovarsi il pasto cucinato dal principe Emanuele Filiberto con Gianfranco Vissani, o Barack Obama tra le macerie di casa con George Clooney.
Gli aquilani sono quelli che, superato lo shock, spente le telecamere e visti i risultati delle promesse fatte, si son dovuti fare le magliette con scritto “forti e gentili     sì, ma fessi no”. Loro che non sono più priorità mediatica da tempo e forse si sono accorti prima degli altri che dell’Emilia – pochi giorni dopo la scossa del 20 maggio, tra elezioni e calcio scommesse -, ci stavamo già dimenticando tutti.
Diego Bianchi –Venerdì di Repubblica 8-6-12

Nessun commento:

Posta un commento