Secondo l’Automobile Club Usa i peggiori in auto siamo noi. Peggio perfino di indiani e cinesi.
L’Airbus della United Airlines impegnato nella discesa finale (ma non potrebbero trovare espressioni più rassicuranti per noi aereofobici?) verso Chicago si contorceva e recalcitrava nel duello contro il vento che lo prendeva a spallate correndo giù dai Grandi Laghi.
Cinture allacciate come bustini, dita ad artiglio con nocche bianche sui braccioli e “glutei maximi” ben stretti, noi passeggeri calcolavamo i secondi che ci restavano da vivere, sognando il tonfo liberatorio del carrello sulla pista. “Benvenuti a Chicago – sentimmo finalmente la voce del comandante ad atterraggio avvenuto – e ora fate bene attenzione perché comincia la parte più pericolosa del vostro viaggio”. Pausa da consumato attore e poi la battuta: “Il tragitto in automobile verso casa”.
Naturalmente, e statisticamente, l’aviatore aveva ragione.
Non starò qui a ripetervi tutte le cifre e le statistiche sugli incidenti stradali in America e nel mondo perché quello che i numeri dicono è la percezione della pericolosità relativa del traffico automobilistico nelle varie nazioni del mondo. Né chi siano considerati i peggiori guidatori.
Tutti siamo fermamente persuasi che siano gli altri a non saper guidare, ad andare troppo piano o troppo veloci, a scambiare l’auto per un salotto dal quale conversare al telefonino, textare, masticare, succhiare cannucce, seguire la radiocronaca di un evento o giocare al “Piccolo Schumacher”.
Chi scrive è quindi tenacemente convinto che i peggiori guidatori al mondo, o almeno nel mondo che conosco, siano gli americani. Pur avendo inventato di fatto la motorizzazione di massa con la Ford quasi un secolo fa, hanno completamente disimparato a guidare, grazie al cambio automatico che deresponsabilizza e riduce il rapporto fisico con la macchina. Ignorano l’uso delle frecce (forse temendo di essere scambiati per indiani e quindi sterminati) e occupano, indipendentemente dalla propria velocità, tutte le corsie autostradali. Se ci fossero otto corsie e otto veicoli, state certi che tutte sarebbero occupate da americani che viaggiano fianco a fianco alla stessa velocità, come le file di un reggimento in parata.
Al contrario, provate a indovinare chi siano coloro che gli americani considerano i peggiori guidatori dell’universo, secondo le inchieste dell’Automobile Club Usa? Facile. Noi italiani.
Per loro, noi siamo peggio degli indiani (nel senso dell’India), secondi, e dei cinesi terzi, che almeno hanno l’alibi di avere cominciato a possedere auto private e scoperto il traffico ieri mattina, più pericolosi degli egiziani, quarti, dei francesi, quinti, dei vietnamiti e degli indonesiani. Ma hanno il buon gusto e l’obiettività di piazzare se stessi al sesto posto, peggiori anche dei messicani,
Ricordo bene, con qualche amaro e imbarazzato divertimento, l’espressione terrorizzata di nuore e generi americani alla loro prima esperienza di guida nelle nostre città, scoprendendosi circondati da sciami di motorini inferociti come api disturbate e ricevendo grida di collera, fortunatamente incomprensibili, quando frenavano bruscamente davanti a un passaggio pedonale sbiadito.
Luoghi comuni? Sviovinismo automobilistico? O analisi oggettiva dei difetti, naturalmente degli altri? Non esiste una risposta sicura, come non sarà mai possibile convincere gli uomini che le donne guidino meglio di loro o le donne del contrario, perché non c’è una controprova definitiva.
La sola certezza è che l’automobile è – ovunque esista la motorizzazione di massa – il mezzo di trasporto più pericoloso. Il che non mi impedirebbe, semmai fosse costruito un ponte sopra l’Atlantico o scavato un tunnel sotto, di mettermi al volante pur di evitare il tormento del seggiolino dell’aereo disegnato da un aguzzino del Kgb anni 50 e i duelli con i venti.
Guiderei per una settimana intera, ma a una condizione che lungo quel ponte o dentro quelle gallerie ci fosse qualche grill italiano e non gli orrori commestibili che trovo lungo le highways americane. Non so chi guidi peggio, in autostrada, ma so chi mangia meglio: noi: La Rustichella più rafferma, caro il mio Automobile Club, è migliore di qualsiasi cheeseburger.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica 9-6-12
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