Che valore dare alla propria vita? Come viverla intensamente, senza sprecarne e buttarne via nemmeno un istante? Meglio bruciare le tappe o cercare di gustarne ogni singolo frammento, anteponendo la qualità dell’esistenza alla quantità delle esperienze vissute?
Per gli adolescenti la vita è spesso un grandissimo mistero, che li affascina, li spinge a porsi mille domande, ma che, al tempo stesso, può anche divenire fonte di inquietudine e di malessere; una forza che li attrae, ma che, a volte, può anche suscitare in loro apatia o persino repulsione, nella misura in cui vivono in bilico tra la tentazione di considerarla come semplice bene di consumo e la consapevolezza che si tratta della risorsa più autentica di cui dispongono.
Già, perché, al di là della pretesa di affermare il proprio possesso della vita, anche nel cuore dei più giovani si affaccia, di tanto in tanto, il sospetto che in realtà si tratti di un regalo che hanno ricevuto senza meriti, frutto di un atto di amore e di assoluta gratuità.
Spesso, però, questa percezione resta vaga e inespressa o si fa addirittura problematica, soprattutto quando la crescita rende faticosa e poco gratificante l’esistenza quotidiana. Forse è per questa ragione che tanti adolescenti manifestano più o meno esplicitamente il rifiuto di vivere o danno alla propria esistenza un valore così relativo da metterla seriamente a rischio con esperienze estreme o autodistruttive. Per non parlare di tutti quei ragazzi che, nel tentativo di mettersi al riparo da possibili fallimenti e delusioni, si mostrano a priori rinunciatari di fronte alla fatica, e insieme alla bellezza, di vivere e preferiscono rifugiarsi nel cinismo e in una quotidianità piatta e schiacciata sul presente, piuttosto che coltivare il valore della speranza e della progettualità.
Diventa allora essenziale che gli adolescenti possano incontrare sulla propria strada adulti capaci di testimoniare loro – con la propria vita, più che con le parole – l’unicità e l’irripetibilità dell’esistenza, che li aiutino a comprendere che la vita è un dono prezioso e non negoziabile e, come tale, non va sprecata o “stiracchiata”, ma deve essere vissuta intensamente, accolta ed amata per quello che è, con le sue gioie e le sue difficoltà, i suoi traguardi e le sue delusioni. E’ inoltre importante che i ragazzi capiscano che l’unico modo per dare valore e qualità alla propria vita è viverla con pianezza e dignità e, soprattutto, condividerla con gli altri, in un’ottica di comunione e di servizio.
Un’esistenza stretta gelosamente nelle proprie mani, vissuta in maniera egoistica e autoreferenziale, centrata unicamente su se stessi e sui propri bisogni rischia, infatti, di rivelarsi insignificante, oltre che insoddisfacente. Al contrario, se diventa occasione di incontro e di solidarietà, se viene vissuta alla luce dell’opzione etica dell’amore, si arricchisce di un significato e di un valore inediti ed è in grado di offrire speranza e un nuovo orizzonte di senso anche a chi fatica ad apprezzare e ad amare la propria vita.
Alessandra Mastrodonato – Bollettino Salesiano – Giugno 2012
Nessun commento:
Posta un commento