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mercoledì 14 marzo 2012

Lo Sapevate Che: La Gabbia Del Merlo


Ero una vecchia gabbia per uccelli dimenticata nella soffitta  di una cascina, isolata tra i boschi e i prati. Ricordo benissimo quella mattina di primavera. Due piccole mani impazienti mi strapparono dal letargo in cui vivevo. Un ragazzino ricciuto e allegro mi ripulì con cura e riparò le mie sbarrette rovinate.
E poi avvenne il miracolo: il mio silenzio di gabbia abbandonata si riemì di vita.
Il ragazzino ricciuto amava gli uccelli. Aveva preso dal nido un merlo piccolo piccolo e l’aveva messo dentro di me. Il ragazzino si chiamava Giovanni Bosco e ogni giorno insegnava al merlo a zufolare. Il merlo imparò. Quando vedeva Giovanni lo salutava con il fischio modulato, saltava allegro tra le mie sbarre, lo fissava con l’occhietto nero-brillante. Un merlo simpatico. Giovanni non dimenticava mai di nutrirlo con frutta, semi, insetti.
Ma una mattina il merlo non gli mandò il suo fischio. Nella notte, un gatto aveva sfondato le sbarre e l’aveva divorato. Avevo gridato, pieno di orrore, ma le gabbie non hanno voce. Era rimasto solo un ciuffo di piume insanguinate. Giovanni si mise a piangere. Sua madre cercò di che di merli nei nidi ne avrebbe trovati ancora. Ma Giovanni continuò a singhiozzare. Non gli importava niente degli altri merli. Era “quello lì”, il suo piccolo amico, che era stato ucciso, che non avrebbe mai più visto. Rimase triste alcuni giorni, e nessuno riusciva a farlo ritornare allegro. Io rimasi desolatamente vuota. In un attimo con il merlo anche la mia felicità era morta. Poi Giovannino si asciugò le lacrime, strinse i pugni, li batté sul tavolo e disse ad alta voce:”Non attaccherò mai più il cuore a qualcosa di terreno”. Mi prese e mi portò nella soffitta. Ma in fondo al mio cuore di povera gabbia sapevo che quel ragazzino tutto ricci luminosi non avrebbe mantenuto il suo proposito.
Josè J. Gomez Palacios – Bollettino Salesiano








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