I carabinieri sono in cima alla lista, il 52,6 per cento della aggressioni che le forze dell’ordine subiscono in strada tocca loro. Segue, con il 35,8, la polizia e, a lunga distanza con il 10,4, la polizia locale (e il 5,7 per cento riguarda gli altri corpi). Se questo calcolo è vero (e lo è), come mai sono sempre di più i vigili coinvolti come vittime o come killer, negli ultimi episodi di far west metropolitano? A Milano, tradizionalmente, i vigili si chiamavano ghisa, per l’elmo che spuntava dal traffico. Da qualche anno li abbiamo ribattezzati “ghisacop”, metà vigili e metà Robocop, e li abbiamo visti andarsene dagli incroci e fare altro. Come traslocare le roulotte dei campi rom (moltissimi zingari hanno la cittadinanza italiana, sappiatelo). O come correre dietro agli immigrati senza permesso. Non li abbiamo visti controllare gli scontrini nei mercati rionali. Né visitare i cantieri della ‘ndrangheta. Insomma, chi sono i vigili?
Nell’attesa di trovare una risposta certa, nel 2010 in Italia sono state contate 2.079 aggressioni ai danni di varie forze dell’ordine. Nel 2011, i casi registrati salgono a 2.230. Nel 2012 si sale ancora, non ci sono rallentamenti nelle mazzate, anzi. Nel 22 per cento degli attacchi all’agente vengono usate “armi proprie o improprie”, come bastoni, coltelli, cric, e “in molti casi la stessa vettura per travolgere”. Ubriachi o drogati sono il 34 per cento degli aggressori. E l’altro 66 per cento, sobrio e agitato, che fa riflettere.
Piero Colaprico – Venerdì di Repubblica 10.03.12
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