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giovedì 22 marzo 2012

Lo Sapevate Che: La Clivia

La Clivia sembrerà banale ma la coltiva il vero 007

Mai dire di una pianta che è banale! Tutto dipende da come e dove viene coltivata.
Prendete il caso della Clivia, che qualcuno vi avrà certamente regalato come pianta d’appartamento. Avete mai provato a coltivarla in vaso o in terra, all’aperto? Vedrete che con qualche accorgimento per proteggerla dal grande freddo e dall’eccesso di sole, da un primo esemplare (è una bulbosa che potreste iniziare a mettere in terra da questa primavera) ne nasceranno accanto, spontaneamente altri, creando una piacevole macchia di foglie verde scuro, carnose, arrotondate in punta, protese verso l’alto, fino a un massimo di 50 centimetri, in fiore dalla fine della primavera fino all’inizio dell’estate.
La maggior parte delle Clivie in commercio fioriscono di un rosso-arancione, tanti piccoli calici riuniti in un unico mazzetto, rustico, certo, ma allegro e decorativo. Più rara la varietà gialla, o “citrina”, di cui si appassionò quel curioso personaggio, scomparso a 92 anni nel 2006, che ispirò Ian Fleming nell’invenzione di James Bond, Sir Peter Smithers, ritiratosi in quello che gli inglesi hanno considerato uno dei 500 giardini degni di entrare nella storia, a Vico Morcote in Svizzera, dopo un’avventurosa vita da spia durante la Seconda Guerra Mondiale, scrisse una bella biografia, L’avventura di un giardiniere (Silvana editoriale, 2005) dove ogni segreto, anche botanico, viene rivelato. Smithers aveva creato un ibrido di Clivia citrina di cui assicurava rusticità e resistenza, quasi come le varietà originarie del Sudafrica. Chi conosce Smithers si meraviglierà che non si parli di magnolie o di peonie, di cui fu conoscitore, coltivatore e fotografo eccezionale. O di quella ricca famiglia di tropicali di cui si appassionò nel suo giardino in Messico, a Cuernavaca, le Araceae, di cui fanno parte i
Philodendron e gli Arum. Ma non tutti hanno lo spazio per una magnolia, o l’abilità per crescere peonie. Mentre la Clivia…non tradisce nessuno.
Rossella Sleiter – Venerdì di Repubblica – 09-03-12



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