La questione è naturalmente controversa. Chi ritiene di sì possiede molto cuore; chi lo esclude parecchio cervello; chi si pone a metà strada, opportunamente problematizzando il dilemma, ha forse sufficiente cultura per ricordare alcune pagine di Elias Canetti che in Massa e potere (Adelphi, 1991) racconta in maniera impeccabile la nascita della risata, con quel tanto di animalesco, anzi di ferino, che a quel processo si accompagna.
Ma intanto, se gli amici dell’uomo ridono o no, lo si potrebbe anche chiedere a quel cagnone che compare in tutto il suo peloso splendore seduto ai piedi di Jill Abramson, che anche in quanto direttrice del New York Times è da considerarsi all’apice dell’autorità giornalistica mondiale.
Lui comunque si chiama Scott, appartiene alla razza dei Golden Retriever, razza nota per prestanza, equilibrio e socievolezza, ma bisogna ammettere che se non ride, appare comunque piuttosto felice. Sennonché con la pretesa felicità, concetto invero piuttosto impegnativo anche per gli esseri umani, si rientra nell’insolubile dilemma delle percezioni canine. Per cui facendola breve si dirà che, nella foto di Todd Plitt, ottimista e fotografo di celebrities (vale la pena un giro su: http://toddplitt.com/), Scott sembra appagato.
E non perché la sua autorevole padrona, come informa nel suo servizio John Carlin, gli ha dedicato un libro. Nessuno infatti ama essere oggettivizzato, forse nemmeno un cane, o forse sì. Molto probabilmente il cagnone è soddisfatto perché lei gli sta dando una bella grattatina dietro l’orecchio. E infatti reclina lievemente il capoccione, respira energicamente e affida la sua curiosa serenità a quel signore che in fondo al corridoio sta armeggiando con quelle scatole e quei tubi. Fuori, oltretutto, è una giornata di sole e l’autunno di New York rende i fiorellini sul davanzale ancora più gialli.
O magari i cani non sono meteoropatici e vivono in bianco anche questo reciproco e sublime incontro per cui noi e loro dobbiamo piacevolmente rinunciare a qualcosa, spesso ottenendone in cambio una risorsa di allegria e sorpresa, come trasportati in un cartone animato.
Ma certo la direttoressa appare felice e anche orgogliosa e perfino più emozionata di Scott. Da tecnica dell’informazione saprà che nulla in foto umanizza più di un animale. Se poi quest’ultimo ride anche, se gli basta una grattatina per esprimere gioia, beh, la faccenda si fa anche teologica, e così sia.
Filippo Ceccarelli – Venerdì di Repubblica 16-03-12
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