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venerdì 24 luglio 2015

Lo Sapevate Che: Davanti al populismo della destra alla Meloni, evviva Angela Merkel...



Gentile Serra, Leggo su Repubblica questa frase di Walter Benjamin: “Il capitalismo è un culto che non consente espiazione, ma produce colpa e debito” (1921). Non capisco come le forze politiche di destra, fautrici del liberismo capitalistico possano oggi ergersi, soprattutto in Italia, ad alfieri dell’antieuropeismo. L’Europa così formata, oggi, quella in mano alle banche all’alta finanza, è esattamente il risultato di quel culto del capitale che esse hanno idolatrato per tutto il 900. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Giovanni Salvastano
Caro Savastano, se la sinistra è confusa e complicata, la destra non è da meno. In un recente Ballarò, Oscar Giannino (..) ha ripreso una scatenata Giorgia Meloni per ricordarle, appunto, che una destra che si rispetti ha ben presenti le regole del capitale e delle banche, e non strilla nelle piazze nel nome del popolo oppresso e indebitato.  Meloni potrebbe dire, in sua difesa, che non appartiene alla destra delle regole, quella della grande borghesia. Rappresenta l’ultima leva della destra populista e piccoloborghese, quella che con il suo campione Mussolini tuonava contro la plutocrazia (molto antisemitismo proprio da lì proviene). Il fascismo, malgrado l’ostentata baldanza plebea, seppe poi intrattenere eccellenti rapporti con gli agrari egli industriali, tanto che i “rossi” ebbero ottime ragioni per definire gli squadristi, che reprimevano gli scioperi con la violenza e devastavano le sedi sindacali, “cani da guardia della borghesia”. E Hitler, senza i Krupp, non avrebbe potuto fare la brillante carriera politica che lo ha poi condotto dritto all’inferno, lui e il suo sventurato popolo. Eppure parecchia destra, ancora oggi, ama sentirsi “rivoluzionaria”, o perlomeno frondista. Perfino Renato Brunetta, che negli anni di Berlusconi si è fatto strada come trombettiere del liberismo. Preferisco, di gran lunga, la destra d’ordine che difende il capitalismo e venera i mercati. Per esempio la Merkel. E’ un interlocutore più serio, più credibile, più lucido e se posso aggiungere più onesto. Qualora volessi capire qualcosa di capitalismo e mercati non chiamerei mai Meloni o Brunetta. Chiamerei Oscar Giannino, ma solo perché la Merkel, inspiegabilmente, non ha mai voluto darmi il suo numero di cellulare.
Michele Serra – Per Posta – 17 luglio 2015

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