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domenica 5 luglio 2015

Lo Sapevate Che: Ascolta e sorridi: è il segreto del primo appuntamento...



Oggetto di infiniti documentari e di non pochi brividi d’orrore da parte dei maschi che tendono ad essere sempre tragicamente la peggio nel rapporto con le femmine della loro specie (citofonare alla mantide religiosa o al fuco delle api che si suicida per fecondare la regina), il “rituale di accompagnamento” è il preambolo e la condizione universale del mondo animale per partecipare al gioco della vita. Senza arrivare alle fatiche mostruose del pinguino imperiale dell’Antartide che percorre ogni anno, una sola volta all’anno, anche 100 chilometri sulle zampette e sulla pancia per raggiungere la sua bella, o del salmone che risale esausto oceani e fiumi per trasformarsi in sushi, sashimi o colazione per gli orsi, gli umani si sottopongono a rituali balletti, danze, pantomime,e certo meno cruente, ma ancora più complicate e ansiogene. Un esercizio che ha il proprio momento di più scuto stress nel “primo appuntamento”. Nonostante scaffali di libri, chilometri di film come l’indimenticabile Harry ti presento Sally migliaia di blog e siti internet, consigli di amiche e amici esperti e sopravvissuti al primo contatto con l’alieno o l’aliena, non esiste un libretto d’istruzioni, non c’è un bugiardino con il dosaggio, gli effetti secondari o le controindicazioni da applicare al rituale dell’accoppiamento. Una lacuna che ha spinto due importanti università della California, Stanford e l’Università di Santa Barbara, a dedicare mesi di ricerche scientifiche ai “do” e ai “don’t”, al che fare o non fare al primo appuntamento. (..)…..una buona notizia per quella vasta porzione di umanità che non eccelle nell’aspetto fisico: tratti come la statura, il colore degli occhi le fattezze del volto sono importantissimi per ottenere l’aggancio, ma perdono rapidissimamente di valore con il proseguire della conversazione fra i soggetti (sospiri di sollievo in California e non soltanto). Gli elementi esteriori, come le bollicine, non resistono a lungo se lasciati all’aperto. Molto più decisivo per lei – la ricerca si è occupata per ora di coppie eterosessuali – è l’attenzione che lui dedicherà a quello che dice. E’ cruciale che lui sappia ridere alle sue battute, ma sempre ridendo “con” lei, un decimo di secondo dopo, mai “di” lei, che sarebbe un sicuro stronco-rituale. Il maschio della specie umana deve dunque imparare l’arte di interrompere la femmina che parla e parla, con garbo e scelta di tempo, non per prevaricare, ma per segnalare interesse e partecipazione a quello che lei dice. Pare che le femmine della nostra specie siano molto più interessate a essere ascoltate che ad ascoltare, a condizione che l’interlocutore maschio si appassioni, o finga di appassionarsi, a ciò che lei dice. (..) . Lo studio, condotto su migliaia di single come di coppie, aggiunge, senza grandi sorprese, che maschi e femmine della specie affrontano il primo appuntamento con intenzioni che potremmo definire, scientificamente, “asimmetriche”. Nel “rituale dell’accoppiamento” alle femmine interessa soprattutto il rituale, mentre la vasta maggioranza dei maschi sembra essere, almeno secondo gli acuti ricercatori, decisamente più interessata all’accoppiamento. Obiettivo per il quale i maschi sono disposti ad accettare, se vogliono raggiungerlo, qualche iniziale sacrificio. Infatti mai si videro pinguine percorrere cento chilometri per andare a ceno con un pinguino.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 27 giugno 2015 -

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