Il FAI - Fondo per l'Ambiente
Italiano è una fondazione italiana senza scopo di lucro, sorta nel 1975[1] con l'intento di agire per la tutela, la
salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e naturale italiano attraverso il restauro e l'apertura al pubblico dei beni
storici, artistici o naturalistici ricevuti per donazione, eredità o comodato.
Promuove l'educazione e la sensibilizzazione
della collettività alla conoscenza, al rispetto e alla cura dell'arte e della
natura e l'intervento sul territorio in difesa del paesaggio e dei beni
culturali italiani.
Storia
La fondazione nasce dall'idea di Elena Croce, figlia del filosofo marzio Benedetto Croce, di emulare il National Trust for Places of Historic Interest or Natural
Beauty britannico, creato nel 1895 al fine di preservare i beni artistici
del Paese anglosassone.
Nel 1975 Giulia Maria Mozzoni Crespi[2], Renato BazzoniAlberto Predieri e Franco Russoli firmano l'atto
costitutivo e lo statuto del FAI con lo scopo di contribuire alla tutela,
conservazione e valorizzazione del patrimonio d'arte, natura e paesaggio
italiano. Il Fondo viene fondato il 28 aprile e inizia le attività il 18
ottobre. Fin dai primi anni di attività il Fondo per l'Ambiente Italiano vanta
acquisizioni e donazioni.
Nel 1976 la prima donazione avviene da
parte di Piero, con il figlio Carlo di Blasi, con un terreno di oltre 1000
metri quadrati a Panarea, grazie a cui il FAI riesce ad
assicurare, negli anni successivi, la mancata lottizzazione del territorio,
mantenendo intatta gran parte dell'isola.
Nel 1977 Emanuela Castelbarco, nipote
di Arturo Toscanini, dona al FAI il Castello di Avio e la fondazione inizia interventi
di restauro per salvare il bene dal degrado. Con questa acquisizione il FAI
stabilisce il principio in base al quale i donatori e i loro eredi possano
godere del diritto abitazione in una parte della dimora donata, senza
partecipare alle spese di restauro, manutenzione e custodia. Nello stesso anno
iniziano i lavori di restauro per il Monastero di Torba (VA) acquistato
da Giulia Maria Mozzoni Crespi, per donarlo al FAI e
per salvarlo dal totale deperimento.
Nel 1981 la famiglia De Grossi dona il
Promontorio e Torre di Punta Pagana a San Michele di
Pagana, frazione di Rapallo (GE) e nel 1983, sempre in Liguria, la famiglia Doria Pamphili dona al FAI il
borgo di San Fruttuoso (GE), con l'abbazia benedettina del XIII secolo e trentadue ettari
di macchia mediterranea, un intero borgo da
restaurare, e il FAI decide di far collaborare la piccola comunità che vi
abita. Nel 1984 Elisabetta de Rege Thesauro Provana del Sabbione dona al FAI
il Castello della Manta. Nel 1986 la Italsider dona la Baia di Ieranto; nel 1987 il FAI acquista Castello Grumello (SO), mentre la famiglia Carbone
dà la gestione di Casa Carbone a Lavagna. Tra il 1988 e 1989 il
FAI acquisisce il Castello di Masino, la Villa del Balbianello, la Villa Della
Porta Bozzolo e la Torre di Velate.
Negli anni novanta altre acquisizioni:
un'edicola per giornali ottocentesca a Mantova, la minuscola barbieria dagli interni decò a Genova, dipinti, mobili,
ceramiche e porcellane della Collezione Alighiero de' Micheli a Milano,
il Maso
Fratton-Valaia, ai confini del Parco
naturale provinciale dell'Adamello-Brenta; il Giardino
della Kolymbetra, cinque ettari di terra con aranceti e mandorleti ai
piedi della Valle dei Templi di Agrigento dati in concessione dalla Regione Siciliana; il Teatrino di Vetriano a Pescaglia.
Nel 2000 è stata aperta al
pubblico Villa Panza a Varese, donata nel 1996 da Giuseppe Panza di Biumo, con la sua collezione di arte
contemporanea americana; mentre due anni più tardi lo Stato italiano ha dato in
concessione il Parco Villa Gregoriana e, nel 2003,
l'area naturale di Punta
Don Diego in Sardegna.
Nel 2005 Lydia Campatelli dona il Palazzo e la Torre omonimi a San Gimignano e lo stesso anno il fondo
acquisisce il Mulino di Baresi in Provincia di Bergamo segnalato
durante il primo censimento nazionale "I Luoghi del Cuore" nel 2003.
Nel 2008, la storica azienda vinicola
siciliana Donnafugata dona un giardino pantesco sull'Isola di Pantelleria; sempre nel 2008,
dopo tre anni di lavori di restauro, è stata aperta al pubblico Villa Necchi Campiglio nel cuore di
Milano; nel 2011 Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia e il Bosco di San Francesco ad Assisi.
Nel 2009 Giuseppe Roi ha donato Villa Fogazzaro Roi a Oria Valsolda; nel 2011 Assicurazioni Generali ha affidato in
concessione l'ex Negozio
Olivetti nel cuore di Venezia, in Piazza San Marco; nel 2012 l'Abbazia
di Santa Maria di Cerrate a Lecce. Nel 2020 Pupa
Carnevale Miniati lascia in eredità Villa
Rezzola a Lerici.
Attività
Attività
Oltre al censimento nazionale I Luoghi del Cuore, censimento biennale dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI
assieme a un gruppo bancario, la Fondazione ha lanciato nel 2010 il progetto Puntiamo
i riflettori, grazie al quale le delegazioni FAI possono segnalare i beni
del loro territorio abbandonati o vittime di degrado facendosi promotori della
loro rinascita attraverso un'attività di sensibilizzazione e raccolta fondi a
livello locale.
Da diversi anni il FAI organizza delle
campagne rispettando la propria missione. Dal 1993 si svolge la Giornata
FAI di primavera, manifestazione che offre la possibilità di visitare
numerosi beni italiani di interesse culturale e naturalistico normalmente
chiusi al pubblico. Oltre ai beni aperti, grazie al lavoro di 7000 volontari
della Fondazione, vengono proposte visite guidate ed eventi[6].
Ricordati di salvare l'Italia è un'altra
campagna nazionale di raccolta fondi che avviene nel mese di ottobre, durante
la quale si svolge la Faimarathon[7], maratona culturale per riscoprire
le bellezze che circondano gli italiani.
Per dare concretezza all'articolo 9
della Costituzione italiana (“La Repubblica tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”), dal 2011 ha
lanciato il progetto Via lattea per promuovere e valorizzare
il patrimonio di natura e cultura costituito dalla cintura agricola che
cinge Milano[8].
Numerose sono le mostre e gli incontri
organizzati nei beni della Fondazione[9], tramite le 116
delegazioni FAI distribuite su tutto il territorio.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fondo_Ambiente_Italiano
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