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giovedì 28 aprile 2022

Lo Sapevate Che: Laura Boldrini: Terza donna a ricoprire lo scranno più alto di Montecitorio, è un esponente di primo piano della politica italiana e una strenua paladina dei diritti delle donne e dei rifugiati.


Lavoriamo perché l'Europa torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone, appunto un luogo della libertà, della fraternità e della pace.  Laura Boldrini

 

Laura Boldrini nasce il 28 aprile del 1961 a Macerata, nelle Marche, figlia di un'insegnante di arte e di un avvocato originari di Matelica. Cresciuta in provincia di Ancona, nelle campagne jesine, insieme con una sorella e tre fratelli, si laurea all'Università La Sapienza di Roma in Giurisprudenza nel 1985.

Dopo aver lavorato per la Rai (in radio e in televisione), nel 1989 intraprende una carriera professionale all'Onu: si occupa della produzione radio e video della Fao, e a partire dal 1993 lavora come portavoce per l'Italia presso il World Food Program, il Programma Alimentare Mondiale. Tale impegno dura fino al 1998: in quell'anno, infatti, diventa portavoce dell'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.

L'anno successivo Laura Boldrini riceve la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna. Durante la sua carica all'UNHCR, ha la possibilità di occuparsi dei rifugiati nel Mediterraneo e dei flussi di migranti della zona, venendo chiamata in missione in zone critiche quali l'Iraq, l'ex Jugoslavia, il Ruanda, l'Afghanistan, il Sudan, il Pakistan, l'Iran, l'Angola e il Caucaso. Grazie al suo impegno internazionale, si vede concedere nel 2004 il titolo di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, e, due anni più tardi, il "Premio Consorte" del Presidente della Repubblica.

Nel 2009 il Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti le assegna il "Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell'anno". Nel 2010, dopo essere stata indicata dal settimanale "Famiglia Cristiana" "Italiana dell'anno 2009" per il suo impegno "a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo" svolto con equilibrio e umanità, dignità e fermezza nel condannare "i respingimenti degli immigrati", Laura Boldrini pubblica per la casa editrice Rizzoli il libro "Tutti indietro": nel volume, narra la propria esperienza lavorativa, raccontando l'Italia della solidarietà e di coloro che, davanti alle crisi umanitarie, mettono a repentaglio la propria vita per mettere in salvo i naufraghi.

Insignita del Premio nazionale Anpi "Renato Benedetto Fabrizi" nel 2011, scrive sul sito di "Repubblica" per il blog "Popoli in Fuga", e viene premiata con il riconoscimento "Cesena Città della Pace".

Dopo aver iniziato a collaborare per la versione italiana dell'"Huffington Post", viene candidata alla Camera dei Deputati in occasione delle elezioni politiche del 2013 come capolista di Sinistra Ecologia Libertà nelle circoscrizioni Marche, Sicilia 1 e Sicilia 2, fortemente voluta dal leader del partito Nicola VendolaLaura Boldrini è una delle ventitré persone che l'assemblea nazionale sceglie e candida senza che esse debbano sottoporsi al test delle primarie.

Eletta in tutte e tre le circoscrizioni, sceglie il seggio di Sicilia 2: il 16 marzo, viene eletta Presidente della Camera dei Deputati (potendo contare su 327 voti, su un totale di 618 votanti), e diventa la terza donna della storia della Repubblica italiana a ricoprire tale ruolo, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti.

Pochi giorni dopo, pubblica il suo secondo libro, "Solo le montagne non si incontrano mai. Storia di Murayo e dei suoi padri", sempre per Rizzoli. Il volume racconta le vicende di una bambina originaria della Somalia ammalata in maniera grave, che nel 1994 viene portata nel nostro Paese da un soldato italiano: la bambina, ormai diventata ragazza, nel 2012 riconosce in una puntata di "Chi l'ha visto?" il suo padre naturale, e lo contatta con il sostegno della sua famiglia italiana e con l'intermediazione della stessa Boldrini.

https://biografieonline.it/biografia-laura-boldrini

 

 

1908 - Oskar Schindler (113 anni fa): «Chiunque salva una vita salva il mondo intero.» è scritto nel Talmud babilonese, testo sacro dell'Ebraismo. Una massima che ispirò la vita di quest'imprenditore tedesco che...

 

Oskar Schindler: «Chiunque salva una vita salva il mondo intero.» è scritto nel Talmud babilonese, testo sacro dell'Ebraismo. Una massima che ispirò la vita di quest'imprenditore tedesco che con la sua provvidenziale "lista" sottrasse alla ferocia nazista centinaia di ebrei.

Chi salva una vita salva il mondo intero

Oskar Schindler nasce il 28 aprile del 1908 a Zwittau, in Moravia (Germania), ai tempi facente parte dell'impero austro-ungarico, figlio di Franziska Luser e di Johann. Dopo avere frequentato la scuola dell'obbligo, Oskar si iscrive a un istituto tecnico, dal quale viene espulso nel 1924 per avere contraffatto il proprio libretto. In seguito, riesce a diplomarsi, ma non sostiene gli esami Abitur che gli permetterebbero di andare all'università o al college.

A Brno frequenta lezioni per imparare diversi mestieri, tra cui il parrucchiere; poi, lavora per tre anni per il padre.

Le passioni di gioventù

Appassionato di moto sin da ragazzo, con i primi soldi guadagnati compra una Moto Guzzi da competizione da 250 cc, prendendo parte a diverse gare su percorsi di montagna. Il 6 marzo del 1928 si sposa con Emilie Pelzl, più vecchia di lui di un anno, figlia di un importante e benestante industriale: la coppia si trasferisce a casa dei genitori di Schindler, e qui vive per i sette anni seguenti.

Subito dopo il matrimonio, il giovane Oskar Schindler lascia il lavoro con suo padre, per dedicarsi a varie mansioni: è impiegato, tra l'altro, per la Moravian Electrotechnic e per una scuola guida. Dopo avere prestato servizio per diciotto mesi nell'esercito ceco, dove raggiunge il grado di caporale nel Decimo Reggimento di Fanteria del 31° Battaglione, ritorna alla Moravian Electrotechnic, che tuttavia poco dopo fallisce.

Gli anni '30

Nello stesso periodo chiude anche l'impresa del padre di Schindler, e così Oskar rimane disoccupato per un anno: nel 1931, infine, egli viene assunto dalla Banca di Praga (dove rimarrà per sette anni). Nello stesso periodo viene arrestato in più di un'occasione perché ubriaco in pubblico. Intrattiene, inoltre, una relazione con una compagna di scuola, Aurelie Schlegel, che nel 1933 gli dà una figlia, Emily, e nel 1935 gli dà un figlio, Oskar Jr (anche se quest'ultimo non viene riconosciuto da Schindler).

I primi rapporti con il nazismo

Sempre nel 1935, il padre di Oskar, divenuto un alcolizzato, abbandona la moglie: morirà pochi mesi più tardi. Nel frattempo Oskar Schindler si aggrega al Partito Tedesco dei Sudeti: pur essendo un cittadino della Cecoslovacchia, egli diventa una spia per l'Abwehr, i servizi segreti dei nazisti, nel 1936.

Assegnato all'Abwehrstelle II Commando VIII, con base a Breslau, accetta tale compito perché alcolizzato e pieno di debiti (questo, almeno, è quel che riferirà alla polizia ceca successivamente). I suoi compiti per l'Abwehr includono il raccogliere informazioni sulle ferrovie e sulle installazioni militari, oltre che sui movimenti delle truppe, e il reclutare altre spie in Cecoslovacchia, in vista della pianificata invasione del Paese da parte dei nazisti.

L'arresto e il ritorno in Germania

Il 18 luglio del 1938, Schindler viene arrestato dal governo ceco per spionaggio e immediatamente incarcerato; viene, tuttavia, rilasciato poco dopo in quanto prigioniero politico secondo i termini della Conferenza di Monaco, in base alla quale il territorio cecoslovacco abitato dai Sudeti viene annesso alla Germania il 1° ottobre.

Oskar Schindler il 1° novembre fa richiesta per entrare ufficialmente nel partito nazista: la sua istanza viene accolta nel 1939. Salito di grado nell'Abwehr e trasferito con sua moglie a Ostrava, sul confine tra la Repubblica Ceca e la Polonia, viene coinvolto in affari di spionaggio nei mesi successivi: si fa aiutare da Emilie raccogliendo e nascondendo documenti segreti nel suo appartamento.

Viaggiando spesso per affari in Polonia, Oskar si trova in una posizione perfetta per raccogliere informazioni sulle attività militari polacche, in vista della futura invasione nazista del Paese.

Gli anni '40

Schindler continua a lavorare per l'Abwehr fino all'autunno del 1940, quando viene spedito in Turchia per indagare su presunti casi di corruzione relativi a ufficiali dei servizi segreti assegnati all'ambasciata tedesca in quel territorio. Tornato in Polonia, nel 1942 assiste all'orrore dei rastrellamenti del ghetto di Cracovia, con i soldati nazisti impegnati a trasferire gli ebrei a Plaszow, nel campo di concentramento locale, che non si fanno scrupoli nell'uccidere chi tenta di nascondersi in casa.

Gli "ebrei di Schindler"

Sfruttando le sue doti di diplomatico, Oskar Schindler prova a salvare quelli che vengono definiti - appunto - i Schindlerjuden, cioè gli ebrei di Schindler: giunge a un accordo con il comandante di Plaszow, Amon Goeth, per far sì che novecento ebrei vengano lasciati nel complesso industriale di sua proprietà (così che possano trovare riparo dalle guardie tedesche).

Quando Cracovia è sul punto di essere liberata dall'Armata Rossa, i campi di concentramento vengono distrutti dai tedeschi, che uccidono la maggior parte delle persone internate: Oskar Schindler, però, riesce a trasferire più di mille ebrei in Cecoslovacchia, in una fabbrica di Brunnlitz, nell'autunno del 1944.

Nel corso del trasferimento, tuttavia, il convoglio che trasporta le donne, partito una settimana dopo quello che trasporta gli uomini, a causa di un errore burocratico viene deviato verso il campo di concentramento di Auschwitz: viene salvato, però, da Schindler, che riesce a portare in salvo la forza lavoro femminile facendola arrivare a Brunnlitz, città che verrà liberata poi nella primavera del 1945.

Dopo la guerra

Con l'uscita di scena di Hitler e del suo regime, conclusa la Seconda guerra mondiale, Schindler si trasferisce con la moglie in Argentina: in Sud America, però, va in bancarotta, e decide quindi di tornare in Germania, dopo avere troncato il matrimonio con Emilie.

Giunto in Europa nel 1958, tenta di riprendere la professione di imprenditore, ma senza successo: si trova, quindi, in una condizione economica molto vicina alla povertà. Nel 1961 è protagonista della sua prima visita in Israele, dove viene accolto con entusiasmo da più di duecento sopravvissuti all'Olocausto.

Gli ultimi anni di vita

Da quel momento la sua vita si dispiega tra Israele e la Germania, dove nel 1965 egli riceve la Croce al Merito di I Classe dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca.

Oskar Schindler muore a causa di un infarto il 9 ottobre del 1974 a Hildesheim: la sua salma viene trasferita nel cimitero francescano cattolico di Gerusalemme. L'epitaffio sulla sua lapide riporta la scritta "Giusto tra i giusti".

Il film Schindler's List

Molto celebre - anche per i numerosi premi vinti - è il bellissimo e commovente film "Schindler's List", di Steven Spielberg, del 1993. Il film si ispira a sua volta a un romanzo, "La lista di Schindler" (1982), dello scrittore australiano Thomas Keneally. Nel film Oskar è interpretato da Liam NeesonBen Kingsley interpreta il contabile Itzhak Stern; Ralph Fiennes è invece Amon Goeth.

L'intera vicenda di Oskar Schindler è stata scoperta dallo scrittore grazie a un evento casuale: l'australiano incontrò Leopold Pfefferberg (detto Poldek), sopravvissuto all'Olocausto grazie a Schindler e che divenne fraterno amico dell'imprenditore tedesco. Keneally rimase talmente colpito dalla storia che Poldek gli raccontò, che decise di andare alla ricerca degli altri "ebrei di Schindler". Alla fine mise nero su bianco una storia che altrimenti sarebbe stata dimenticata dalla Storia.

https://biografieonline.it/biografia-oskar-schindler

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