La Pasqua è la principale solennità del cristianesimo. Essa celebra la risurrezione di Gesù, avvenuta, secondo le confessioni cristiane, nel terzo giorno dalla
sua morte in croce, come narrato nei Vangeli.
La data della Pasqua, variabile di anno in anno
secondo i cicli
lunari, cade la domenica successiva al
primo plenilunio della stagione
primaverile, determinando anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi
liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste.
La Pasqua cristiana presenta importanti legami,
ma anche significative differenze, con la Pasqua
ebraica.
La Pasqua ebraica, chiamata Pesach (pascha, in aramaico), celebra la liberazione degli Ebrei dall'Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l'immolazione dell'agnello e il pane
azzimo.
La parola ebraica pesach significa "passare oltre", "tralasciare",
e deriva dal racconto della decima
piaga, nella quale il Signore comandò
agli ebrei di segnare con il sangue dell'agnello le porte delle case di Israele
permettendogli di andare oltre ( "passò oltre" ), colpendo così solo
le case degli egizi ed in particolar modo i primogeniti maschi degli egizi,
compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla
schiavitù sotto gli egizi e l'inizio di una
nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Gli ebrei che vivono entro i
confini di Israele celebrano la Pasqua in sette giorni. Durante la festa un
ebreo ortodosso deve astenersi dal consumare pane lievitato e sostituirlo con
il pane azzimo, come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga
dall'Egitto; per questo motivo la Pasqua ebraica è detta anche 'festa degli
azzimi'. La tradizione ebraica ortodossa prescrive inoltre che, durante la
Pasqua, i pasti siano preparati e serviti usando stoviglie riservate
strettamente a questa ricorrenza.
Con l'avvento del cristianesimo la Pasqua ha
acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita
nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e
chiamati a risorgere con Gesù. La Pasqua cristiana è quindi la chiave
interpretativa della nuova alleanza, concentrando in sé il significato del
mistero messianico di Gesù e collegandolo al Pesach dell'Esodo.
Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di resurrezione, mentre quella
ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Quest'ultimo
significato si ricava leggendo uno dei più importanti pensatori ebraici: Filone d'Alessandria scrive che la Pasqua è il ricordo e il ringraziamento a Dio per il passaggio del Mar
Rosso, ma che ha anche il significato
allegorico di purificazione dell'anima. La Pasqua ebraica può essere intesa
anche come attesa per il Messia, come ad esempio attesta il TargumExodi,
che descrive la notte di Pasqua come il ricordo delle quattro notti iscritte
nel libro delle memorie: la creazione, il sacrificio di Isacco, il Passaggio del Mar Rosso e infine la venuta del Messia e la fine
del mondo.
La Pasqua è la solennità cristiana che celebra
la resurrezione di Gesù, con l'instaurazione della Nuova alleanza e l'avvento
del Regno di Dio.
Dal punto di vista teologico, la Pasqua odierna
racchiude in sé tutto il mistero cristiano: con la passione,
Cristo si è immolato per l'uomo, liberandolo dal peccato
originale e riscattando la
sua natura ormai corrotta, permettendogli quindi di passare dai vizi alla
virtù; con la resurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte, mostrando all'uomo il proprio
destino, cioè la risurrezione nel giorno finale, ma anche il risveglio alla vera
vita. La Pasqua si completa con l'attesa della Parusia, la seconda venuta, che porterà a compimento le Scritture.
Il cristianesimo ha ripreso i significati della
Pasqua ebraica nella Pasqua cristiana, seppur con significativi cambiamenti,
che le hanno dato un volto nuovo. Le sacre Scritture hanno infatti un ruolo
centrale negli eventi pasquali: Gesù, secondo quanto è stato tramandato
nei Vangeli, è morto in croce nel
venerdì precedente la festa ebraica, che quell'anno cadeva di sabato, ed è
risorto il giorno successivo, in seguito chiamato Domenica. Inoltre, questo
evento venne visto dai primi cristiani come la realizzazione di quanto era
stato profetizzato sul Messia. Questo concetto viene ribadito più volte sia
nella narrazione della Passione, nella
quale i quattro evangelisti fanno continui riferimenti all'Antico
Testamento, sia negli altri libri
del Nuovo Testamento, come nella prima lettera ai Corinzi, dove Paolo scrive:
«Cristo
morì per i nostri peccati secondo le Scritture,
fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture.» |
L'accento si pone dunque sull'adempimento delle sacre Scritture, per cui
i giudeo-cristiani, pur continuando a festeggiare la Pasqua ebraica, dovettero immediatamente
spogliarla del significato di attesa
messianica, per rivestirla di nuovo
significato, cioè il ricordo della Passione e risurrezione di Gesù. Il
passaggio sembra essere chiaramente avvertito già da Paolo, quando, sempre
nella prima lettera ai Corinzi, scrive:
«Togliete
via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E
infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa
non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e verità» |
Il rapporto con la festa
ebraica è rimasto nelle letture liturgiche del Sabato Santo che sono proprio
quelle della Pesach, ma la festa più importante, la vera Pasqua
cristiana è il giorno successivo in cui gli ebrei celebrano l'offerta del primo
covone d'orzo e i cristiani la resurrezione di Gesù, il primo esponente della
"messe" cristiana. Il fatto che Gesù sia risorto nel primo giorno
della settimana ebraica sembrò doppiamente simbolico: in questo giorno Dio
aveva creato l'universo e ora nello stesso giorno aveva inizio una nuova
creazione.
Alla Pasqua settimanale, la domenica, si
aggiunse quindi anche la Pasqua annuale, il giorno più importante dell'anno,
celebrato dai discepoli con la consapevolezza sempre più forte di aver
istituito una festa nuova con nuovi significati: è un evento straordinario,
dove il bene trionfa sul male grazie a Gesù che, morto crocifisso, risorge
infine dai morti.
Il significato della Pasqua arrivò molto
lentamente a riempirsi dell'intero mistero cristiano, ma sin dall'inizio ebbe
più accezioni.
Tale pluralità comincia già nei Vangeli, anzi, «la diversificazione più originaria della Pasqua nasce proprio qui:
nel grado e nel modo diversi con cui essi "pasqualizzano" la vicenda
di Gesù, presentandola come antica Pasqua» Infatti, i tre sinottici pasqualizzano l'eucaristia, cioè vedono nella cena il momento in cui la Pasqua di Cristo sostituisce la Pasqua
dei Giudei e il ricordo della
morte del Figlio sostituisce
il ricordo del Passaggio, evidenziando l'immolazione mistica del cenacolo.
Giovanni identifica
continui riferimenti alla Pasqua durante la missione terrena di Gesù, trovando
continue corrispondenze tra questa e l'esodo del popolo d'Israele, ma alla fine pone l'accento sulla Passione, cioè
sull'immolazione reale dell'Agnello
di Dio che muore in croce e torna al Padre. Nel
Nuovo Testamento non troviamo però l'identità fra il mysteriumpaschale e
il mysteriumChristi, nonostante questo sia inscindibile dalla
Passione. La Pasqua antica non comprendeva tutto il mistero cristiano, ma
abbracciava solo i punti fondamentali: «Cristo morì per i nostri peccati
secondo le Scritture, fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno secondo le
Scritture».
Nel primo periodo, fino almeno agli inizi
del III secolo, la Pasqua è
prevalentemente cristologia e ha un unico protagonista: nè l'uomo nè il Dio dell'Antico
Testamento, considerati
singolarmente, ma la dupice natura sia
divina che umana del Cristo Salvatore. La Pasqua assume quindi un doppio
significato commemorativo ed escatologico, ricordando tutto il mistero di
Cristo, che culmina nell'evento salvifico della croce e ridesta l'attesa.
La festa della Pasqua cristiana è mobile, poiché cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera (quest'ultimo per la Chiesa cade sempre convenzionalmente il 21
marzo, sebbene l'equinozio astronomico
oscilli tra il 19 e il 21).
La data della Pasqua è calcolata a partire
dall'inizio dell'anno religioso ebraico (calendario lunisolare). L'anno
religioso iniziava il giorno della prima luna
nuova dopo l'equinozio di primavera. La Pasqua ebraica è celebrata 14 giorni dopo l'inizio dell'anno
religioso, come specificato nella Bibbia ebraica. La Pasqua cristiana,
teoricamente, dovrebbe essere celebrata la prima domenica dopo la Pasqua
ebraica, come specificato nei Vangeli. Invece, poiché 14 giorni dopo la luna
nuova si ha la luna piena, il Concilio di Nicea I ha stabilito che la Pasqua cristiana deve essere celebrata la prima
domenica dopo la prima luna piena della primavera.
Questo sistema venne fissato definitivamente
nel IV secolo dal primo concilio di Nicea. Nei secoli precedenti potevano esistere diversi usi locali sulla data da
seguire, tutti comunque legati al calcolo della Pasqua
ebraica. In particolare alcune chiese
dell'Asia seguivano la tradizione di celebrare la Pasqua nello stesso giorno
degli ebrei, senza tenere conto della domenica, e furono pertanto detti quartodecimani. Ciò diede luogo a una disputa, detta Pasqua quartodecimana, fra la chiesa
di Roma e le chiese asiatiche.
Dionigi il Piccolo calcolò che la data della Pasqua è sempre compresa tra il 22
marzo e il 25
aprile. Infatti, se il 21 marzo è
giorno di luna piena e cade di sabato,
sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece il 21 marzo è domenica, il
giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28
marzo). D'altro canto, se il plenilunio
cade il 20 marzo, il successivo si
verificherà il 18 aprile, e se questo giorno è
una domenica occorrerà aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.
La Pasqua è detta "bassa" dal 22
marzo al 2
aprile, "media" dal 3 al 13 aprile e "alta"
dal 14 al 25
aprile.
Nella Chiesa d'Oriente, il calcolo viene
effettuato sulla base del calendario giuliano e dunque la pasqua ortodossa può cadere tra il 4 aprile e l'8 maggio. Nel Consiglio ecumenico delle
Chiese del 1997 è stato proposto
di far coincidere le due date ma la riforma non ha avuto seguito.
La tradizione della Chiesa cattolica vuole che
la data della Pasqua sia annunciata ai fedeli dal sacerdote celebrante durante
i riti della festività dell'Epifania (6 gennaio).
La Pasqua di risurrezione cristiana è l'evento centrale
della narrazione dei Vangeli e degli altri testi del Nuovo Testamento: il terzo
giorno dopo la sua morte in croce Gesù risorge lasciando il sepolcro vuoto e
apparendo inizialmente ad alcune discepole, per poi presentarsi anche agli
apostoli e ad altri discepoli.
Tutti gli evangelisti raccontano l'episodio del sepolcro vuoto:
· Matteo, 28:1: Passato il sabato, all'alba del primo giorno della
settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
· Marco, 16:1: Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e
Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
· Luca, 24:10: Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche
le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli.
· Giovanni, 20:1: Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al
sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata
ribaltata dal sepolcro.
Le quattro versioni concordano sulla presenza di Maria
di Magdala e forniscono
informazioni diverse sulle altre donne che erano con lei. Gli evangelisti
descrivono quindi la presenza di una o due figure
angeliche:
·
Matteo, 28:2: Ed
ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si
accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
·
Marco, 16:5: Entrando
nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste
bianca, ed ebbero paura.
·
Luca, 24:4: Mentre
erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti
sfolgoranti.
·
Giovanni, 20:11,12: Maria
invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si
chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla
parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
La narrazione dei vangeli
prosegue quindi con la descrizione degli incontri dei discepoli con Gesù
risorto nei quaranta giorni successivi alla risurrezione per poi culminare con l'ascensione al cielo in attesa della Seconda venuta.
Nella tradizione cristiana, la Pasqua è
preceduta da un periodo preparatorio di astinenza e digiuno della
durata all'incirca di quaranta giorni, chiamato generalmente Quaresima, che
nella maggior parte delle confessioni cristiane, con l'importante eccezione
del rito ambrosiano cattolico, ha inizio il Mercoledì delle Ceneri. La settimana che precede la Pasqua,
detta Settimana santa, è un periodo ricco di celebrazioni
e dedicato al silenzio e alla contemplazione. Comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme, dove
fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle
foglie di palma. Per questo motivo, nelle chiese cristiane, durante questa domenica,
vengono distribuiti ai fedeli dei rami di palma oppure, dove le palme non sono
facilmente reperibili, rametti di ulivo o altre piante
native. Il giovedì, venerdì e sabato della Settimana Santa, unitamente alla
domenica di Risurrezione, costituiscono il Triduo pasquale.
Nella forma ordinaria del rito romano, gli
ultimi giorni della Settimana santa segnano la fine del tempo di Quaresima e
la parte iniziale e centrale del Triduo pasquale.
Nella chiesa cattolica, la mattina del Giovedì Santo, si
celebra, nelle cattedrali, la Messa crismale, durante la quale il Vescovo consacra
gli oli santi (crisma, olio dei catecumeni e olio degli infermi), i quali serviranno durante tutto
il corso dell'anno rispettivamente per celebrare le cresime e
i battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell'unzione degli infermi. L'Ora Nona del Giovedì Santo è
l'ultima celebrazione liturgica del tempo di Quaresima che
si conclude prima dell'inizio della Messa nella Cena del
Signore (in cena Domini).
I paramenti seguono le regole dei colori liturgici.
Il Venerdì Santo si
ricorda la morte di Gesù in croce. Durante questo giorno non si celebra la
Messa, ma viene officiata l'Azione
liturgica nella Passione del Signore. Sempre durante il Venerdì Santo, in alcune parti del mondo, si
organizzano varie celebrazioni o processioni.
Il Sabato Santo, giorno aliturgico, cioè senza messa, continua, come
negli altri giorni aliturgici, la Liturgia delle Ore.
La Veglia
pasquale, che si celebra la notte del sabato,
appartiene liturgicamente alla Domenica di Risurrezione.
A Pasqua c'è l'abitudine di regalare uova di
cioccolato. In realtà quest'abitudine è nata con il
tempo, ma all'inizio si regalavano uova vere, con il guscio colorato, col
significato di rinascita e che la vita ricomincia.
La mattina di Pasqua, a Teggiano, in provincia di Salerno, i figli baciavano i piedi ai genitori in segno di perdono. In Versilia, sempre in segno di perdono, ma stavolta verso Gesù, le
donne dei marinai baciano la terra, dicendo: "Terra bacio e terra
sono - Gesù mio, chiedo perdono".
In Abruzzo invece è usanza dei contadini durante la Pasqua
aggiungere acqua benedetta nel cibo. L'acqua benedetta si usa anche
in Venezia Giulia, dove
se ne beve mezzo bicchiere a digiuno, prima di mangiare due uova sode e una
focaccia innaffiata con vino bianco.
Un altro simbolo utilizzato durante il periodo
pasquale è il fuoco. In particolare, a Coriano, in provincia di Rimini, vengono accesi dei falò la sera della vigilia, mentre
nelle campagne nella provincia autonoma di Bolzano si porta il fuoco benedetto. I falò vengono accesi
anche a San Marco in Lamis, stavolta accesi su un carro con ruote. A Firenze l'uso del fuoco sacro è cambiato nel tempo: prima
dell'anno mille venivano infatti portate nelle case delle candele che venivano
accese da un cero a sua volta acceso attraverso una lente o una selce; agli inizi del Trecento venivano usati invece tre pezzi di
selce che secondo la tradizione arrivavano dal Santo
Sepolcro di Gerusalemme; secondo il racconto, tali pezzi di selce vennero
donati alla famiglia dei Pazzi da Goffredo di Buglione. Nel seguito, l'uso del fuoco sacro a Firenze si concretizzò
in un carro pieno di fuochi d'artificio.
http://moliseweb.it/info.php?id=33737
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