Guido Carli, grande economista ed ex Governatore di
Bankitalia
Biografia dell'economista Guido Carli, ex Governatore di Bankitalia dal
1960 al 1975
Governatore di Bankitalia dal 1960 al 1975, è giudicato da molti
come “un personaggio che senza mai andare oltre le righe
recitò comunque un forte ruolo direttivo nell’economia italiana“.
Oltre che
statista, Carli fu un maestro che non
lesinò tempo e risorse per i suoi allievi. L’aula delle lezioni alla Banca d’Italia era quella dove si riunivano le massime
cariche dell’istituzione.
Guido Carli, economista ed ex Governatore di Bankitalia
Nasceva a Brescia il 28 marzo 1914 Guido Carli, figlio di Filippo,
noto ed apprezzato docente universitario di sociologia e di economia politica, oltre che
sindacalista e membro del Partito Nazionale Fascista sin dalle sue
origini.
Seguendo l’impronta
del padre, che coi suoi scritti aveva teorizzato la struttura dello “Stato corporativo” fascista, anche Guido in gioventù scrisse su alcune riviste
del Ventennio. Laureatosi in giurisprudenza a Padova, il giovane Guido entrò
quindi nel 1937 come dirigente all’IRI, l’Istituto di Ricostruzione Industriale da
poco tempo fondato dal Fascismo.
FMI, Governo Zoli e il “boom” economico
Dopo una breve ma
importante esperienza al Fondo Monetario Internazionale, tra il 1953 e il
1956 fu presidente del Mediocredito e,
a partire dal 1957, ministro del commercio con l’estero nel governo retto da Zoli, col compito
anche di rassicurare i mercati.
Terminata
l’esperienza ministeriale, fu dal 1959 al 1960 presidente del Crediop, ed
infine venne nominato direttore generale della Banca d’Italia.
Dopo soli pochi mesi, nell’agosto 1960, ne era già diventato governatore,
sostituendo Donato
Minichella ed assumendo al contempo anche il ruolo di
presidente dell’Ufficio Italiano dei Cambi.
Sollecitò sin da
subito una maggiore concertazione fra le banche centrali, e dopo il periodo della lira “fluttuante” negli anni del “boom” economico dovette affrontare anche i
contraccolpi delle tensioni valutarie provenienti dagli Stati Uniti, che culminarono com’è noto con l’abbandono
della parità fra oro e dollaro e con lo Smithsonian Agreement.
Poco tempo dopo, nel
1962, il Presidente della Repubblica lo
insignì del titolo di Cavaliere di Gran Croce all’Ordine del Merito della Repubblica Italiana.
Presidente di Confindustria e Trattato di Maastricht
Rimase
in carica fino al 18 agosto 1975, quando rassegnò le dimissioni. A
sostituirlo vi fu il suo principale collaboratore, Paolo Baffi.
Non
sono mai state rese del tutto note e chiare le ragioni che indussero Carli a
quell’abbandono. Dal 1976 al 1980, comunque, Carli svolse
il non meno importante ruolo di presidente di Confindustria,
succedendo al presidente di Montedison, già
amministratore delegato dell’ENI, Eugenio Cefis.
Nel
1983 e nel 1987 fu eletto senatore come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana,
ma non riuscì a farsi rieleggere nel 1992. Sempre in quel periodo, fra il 1989
e il 1991, fu presidente di Assonime (Associazione fra
le Società Italiane per Azioni) e
ministro del tesoro nel sesto e settimo governo Andreotti, dal 22 luglio 1989 al 24
aprile 1992. In tale veste fu uno dei firmatari, per l‘Italia, del
tanto discusso Trattato di Maastricht.
Morte
Guido Carli si spegne – a
causa di un infarto – il 23
aprile presso la sua abitazione a Spoleto. Dal 1978
era anche alla guida dell’università della Confindustria, la LUISS,
che nel 1994, ad un anno dalla sua morte, cambiò in suo
onore il nome in “LUISS Guido Carli”.
Contemporaneamente, in
quegli anni, trovò anche il tempo per collaborare con l’Espresso, firmandosi con lo pseudonimo di Bancor. Secondo alcune ricostruzioni storiche, mai del
tutto verificate, Carli era anche affiliato alla loggia massonica
“coperta” Giustizia e Libertà.
https://www.occhionotizie.it/guido-carli-vita-carriera-banca-italia-incarichi-morte/
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