22 aprile 1978 – I Blues Brothers debuttano al
Saturday Night Live – Nasce un mito
Cappello e completo nero, occhiali da
sole calati sul naso: è così che si presentano al pubblico del Saturday
Night Live, il 22 aprile 1978. Sono Dan Aykroyd e John
Belushi. Sono i leggendari The Blues Brothers. È il
loro esordio ufficiale sul piccolo schermo, che segna l’inizio
di un fenomeno musicale, e non solo, destinato a occupare la scena per gran
parte degli anni Ottanta. Ma tuttora un vero cult.
Un fenomeno degli anni Ottanta che, dai teatri al grande schermo, trascina il
pubblico in balli sfrenati in salsa rock e Rhythm and blues. Un
fenomeno che nonostante gli anni non smette di appassionare.
Ma facciamo un passo indietro…
Quando nel 1975 Dan Aykroyd fa
l’incontro che gli cambia la vita per sempre, è un ventenne di Toronto che
cerca di sfondare come cabarettista, trovando spazio nella TV canadese. John
Belushi, al contrario, è già annoverato tra i migliori comici statunitensi
e la sua faccia è apparsa sulle copertine di “Rolling Stone” e “People”.
Dall’incontro nasce subito una grande amicizia, oltre che un sodalizio
artistico purtroppo breve ma intensissimo.
La comune passione per la musica
(Aykroyd suona l’armonica, Belushi ama il canto e ha un passato da batterista)
li porta a immaginare un possibile connubio tra la prima e la recitazione.
Sono gli anni in cui esplode la disco
music, ma i due hanno in mente un repertorio ben diverso, che guarda
alla migliore tradizione del Rhythm and blues, del soul, del jazz e del rock.
Una scelta vincente che incontra il favore del pubblico dei locali, dove
cominciano ad esibirsi dal vivo con il nome The Blues Brothers,
suggerito dallo stesso Aykroyd e dall’amico musicista Howard Shore (tre volte
Premio Oscar per la colonna sonora della trilogia del Signore degli
Anelli).
La vetrina di prestigio si presenta con
il Saturday Night Live, lo Zelig degli anni Settanta, attraverso il
quale passeranno grandi star della risata made in USA, come Eddie
Murphy e Ben Stiller. Belushi ne diventa una colonna
portante con imitazioni (su tutti Joe Cocker) e sketch irresistibili; di qui
l’idea di proporsi come Blues Brothers, accolta con riserva dagli autori del
programma che concedono loro un piccolo spazio, per uno sketch travestiti da
api.
Il vero debutto viene rimandato di due
anni, nel corso dei quali definiscono l’immagine storica della band, di cui
entrano a far parte musicisti di un certo livello, come il chitarrista Steve
Cropper (autore con Otis Redding di Sittin’ on the Dock of the Bay e Respect).
Cappello e completo nero, occhiali da sole calati sul naso: è così che si
presentano al pubblico del Saturday Night Live, il 22
aprile 1978. È il loro esordio ufficiale sul piccolo
schermo, che segna l’inizio di un fenomeno musicale, e non solo, destinato a
occupare la scena per gran parte degli anni Ottanta.
Assistere a un loro spettacolo è come
andare a un concerto e al cinema nello stesso momento: celebri brani del
passato, come Everybody needs somebody e Gimme some
lovin, vengono rivisitati in chiave rock e accompagnati da
un’esibizione di ballo sfrenato che finisce col coinvolgere il pubblico. A sei
mesi dal debutto registrano il primo album Briefcase Full of Blues,
in versione live, che si piazza ai piani alti delle classifiche, guadagnando
due “dischi di platino”.
Il 1980 è l’anno della consacrazione con
l’uscita del film The Blues Brothers, per la regia di John
Landis (che due anni prima ha girato Animal House) e con
Aykroyd e Belushi che impersonano se stessi, sotto diverso nome,
rispettivamente Elwood Blues e Jake “Joliet” Blues.
Accanto a loro sfilano mostri sacri del blues e del soul come Aretha
Franklin, Ray Charles e James Brown.
La tragica morte per
overdose di Belushi, nel 1982, non ferma la band, ma il mito finisce con lui.
Dopo la scomparsa si Belushi
la band, che ha avuto cambi di formazione nel corso degli anni, ha tenuto
concerti in tutto il mondo e continua ad esibirsi con frequenti tournée, anche
senza John Belushi e Dan Aykroyd. Fino alla fine degli anni Novanta la band
arriva a produrre complessivamente quattro album live e due in studio. Il
sequel del primo film Blues Brothers – Il mito continua, uscito nel
1998, viene accolto freddamente dal pubblico, registrando un flop al
botteghino.
Nel 1995 Dan Aykroyd ha
invitato Zucchero Fornaciari e altri cantanti alla House of
Blues in una serata di gala per la celebrazione del 46º compleanno
di John Belushi. Il bluesman italiano si è esibito insieme alla
Blues Brothers Band, con Jim Belushi, ormai in pianta stabile nella
formazione dopo la morte del fratello. La collaborazione con Zucchero è
proseguita con la registrazione del videoclip del brano Per colpa di
chi alla House of Blues. In seguito Zucchero ha acquistato i diritti
di sfruttamento esclusivo del marchio e dello stemma della House of
Blues in Italia, riproponendolo nella scenografia del più
recente Black Cat World Tour.
Nel 2004 la band partecipò al Festival
di Sanremo insieme ad Andrea Mingardi, con la canzone “È la musica”.
I Blues Brothers hanno suonato anche
alcune canzoni country, come la sigla della serie TV Gli uomini della
prateria (Rawhide), la ballata Stand by Your Man e (Ghost)
Riders in the Sky.
https://elogioallafollia.altervista.org/22-aprile-1978-i-blues-brothers-debuttano-al-saturday-night-live-nasce-un-mito/
Nessun commento:
Posta un commento