Il Papa ha criticato
chi crede alle presunte apparizioni e va nei luoghi dei presunti prodigi: “In
questi cristiani c’è la voglia di andare allo spettacolo della rivelazione, a
sentire cose nuove”. “Sono cristiani senza Cristo”. “Questi fedeli non si può
che esortarli: prendi il Vangelo!”. “L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e
niente più. La Rivelazione si è conclusa con il Nuovo Testamento”. Atto
coraggioso che avrà tutto un mondo contro. Resta da spiegare come sia stato
possibile che tantissimi abbiano potuto credere che la Madonna sia scesa a
Madjugorie per oltre trent’anni, per ripetere sempre lo stesso messaggio:
“Pregate, pregate, pregate”. O come molti abbiano potuto credere a una Madonna
che seguiva i suoi presunti prediletti dovunque andassero (..) Una Madonna
instancabile e puntuale agli appuntamenti per i suoi messaggi pieni di
niente. Ezio Pelino pelinoezio@gmail.com
Se Papa Francesco fosse
vissuto al tempo delle apparizioni di Lourdes o di Fatima, oggi non
esisterebbero Nostra Signora di Lourdes e Nostra Signora di Fatima. Perché,
alla notizia che la bianca signora della grotta di Massabielle aveva ordinato a
una ragazzina di mangiare erbacce e di bere acqua sporca di fango e sterco di
maiali come penitenza per la conversione dei peccatori, o alla notizia che una
strana signora apparsa a Fatima aveva terrorizzato tre bambini mostrando loro
scene infernali, ordinato loro di tenere sulle carni il cilicio, cinicamente
preconizzato la morte dei due più piccoli, il nostro saggio Papa avrebbe detto:
“Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e
niente di più”. Carmelo Dini carmelodini@gmail.com
Papa Francesco ha fatto benissimo a delimitare lo spazio
della Rivelazione al Nuovo Testamento, che si conclude con l’Apocalisse che
Giovanni scrisse nell’isola di Patmos verso il 95 d.C.(..). Tutto il resto, per
usare le parole di Karl Jaspers, non è fede (Glaube), ma superstizione (Aberglaube).
E il Papa giustamente lo denuncia, anche se Giovanni Paolo II non si è
risparmiato nell’assecondare questo tipo di “devozione” che alimenta
l’infantilismo della religiosità, il suo aspetto più primitivo, corrompendo una
religione, quella cristiana, che ha costruito la storia dell’Occidente,
anticipando di duemila anni quelle che saranno le conquiste della Rivoluzione
francese: libertà (“Non devono esserci né padroni né schiavi”), uguaglianza
(“Siamo tutti figli di Dio”), fraternità (“Ama il prossimo tuo come te stesso”).
Prima della ragione, le religioni, con i loro precetti e comandamenti, hanno
cercato di contenere (“religione” significa infatti “re-legare”) le espressioni
violente e devastanti del cuore, compiendo un’opera di educazione di massa
dell’umanità, sottraendola al suo stato selvaggio. (..)Ponendovi da un punto di
vista razionale, voi cari lettori avete tutte le ragioni e oggi anche il
conforto del Papa, ma non dovete dimenticare il fondo irrazionale che dimora
nell’animo di ogni uomo e non di rado è anche la sua forza per vivere. Per cui,
pur condannando questi cascami della religiosità, e soprattutto chi ne trae
vantaggio organizzando il turismo religioso, sfruttando la parte più ingenua
dei devoti, non dimenticate che l’uomo non è solo ragione. E’ anche cuore
gravido d’amore ma anche di follia, talvolta creativa, talvolta ingannevole e
al linite deviante e distruttiva.
umbertogalimberti@repubblica.it
– Donna di Repubblica – 29 agosto 2015
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