A giudicare dall’aspetto logoro e
museale, questo sfigmomanometro, che non è una parolaccia ma è lo strumento
usato da oltre cento anni per misurare la pressione arteriosa del paziente,
dev’essere ancora l’originale inventato dal tedesco (e te pareva) Samuel
Siegfried Karl Ritter von Basch nel 1881, ma funziona. La doctora cubana che me lo ha applicato al braccio e ausculta,
conferma annuendo con una magnifica testa di capelli ramati, la ragione per la
quale sono davanti a lei: “Un po’ altina, senor, 135 su 85, al limite
dell’ipertensione, ma non troppo”. Appunto, doctora,
per questo sono qui da lei. Nella concitazione della partenza per una vacanza a
Cuba, ho dimenticato le immancabili pillole per la pressione che, mi si dice,
guai a saltarle. Chiedo al concierge dell’hotel di indicarmi un medico per
farmi ordinare l’equivalente cubano del farmaco italiano. Ed eccomi qui davnti
a una bella signor di mezz’e in camice bianco troppo set in vit, un po’
sfrangiato agl ori, ma adert, perché anche lei, prima di essere doctora, è cubana. Il farmaco
naturalmente esiste e lei controlla che gli effetti siano simili a quello che
normalmente prendo, studiando il principio attivo. Mi fa la ricetta per favore?
La doctora esita. “Si, certo, ma no vede, la farmacia, forse, la fila….facciamo
così”, conclude. “ La mando a prendere da un corriere e fra tre o quattro ore
lei torna a ritirarla nel mio studio, tanto non è cosa urgente. Ci diamo
appuntamento per il pomeriggio”. Puntuale, tre ore più tardi, il medicinale
arriva, ma la doctora è leggermente imbarazzata. Purtroppo alla farmacia
internazionale non ne avevano più, ma l’hanno trovato in una farmacia normale.
E che differenza c’è?Mi preoccupo. Questo è finto, di gesso o segatura? Nessuna
differenza, viene dallo stesso laboratorio. E allora? “Allora sa, a volte i
turisti stranieri, soprattutto gli americani, non si fidano”, sorride un po’
timida. Grazie, dunque: Quanto le devo per la visita? “Niente”. Come niente?
“Niente, la sanità è gratuita, qui”. Ah già, è vero. Quanto le devo per le
pillole? Sorride di nuovo. “Niente. Anche i medicinali sono gratis. Però…”. Il
“però è il corriere, il pony, la persona che ha fatto la fila per me e ha
recapitato il farmaco. Cost 10 CUC, che sono i pesos cubani convertibili, la
valuta che il governo stampa e vende alla parità con il dollaro ed euro, un CUC
per un euro. Serve per comperare tutto quello che non si può con il C U P,il
peso leggerissimo usato per pagare le retribuzioni e fare acquisti da poco nei
desolanti negozi di stato, che vale a stento la cartaccia su cui è stampato.
Con colorito linguaggio finanziario, i cubani lo hanno ribattezzato il peso de mierda.(..) Questo è il mondo
surreale della doppia circolazione monetaria, dove una valuta forte convive con
una debolissima. il mercato nero e senza regole impera e il fattorino può
permettersi l’ultimo iPhone, mentre la doctora
non può permettersi un camice della taglia che la sua figura, non più di
fanciulla, imporrebbe. Ora questi due assurdi universi paralleli dentro la
stessa nazione dovrebbero finire, insieme con l’embargo americano e con un
regime che sta vivendo il tramonto. Che mondo sarà, doctora, la Cuba di domani? Lei si stringe nella spalle e scuote la
bella testa di rame, sospirando. Ma poi ha un sussulto di orgoglio
professionale, che diamine, io sono il paziente iperteso, lei il medico. Buona
Fortuna, la saluto. “Suerte anche a
lei, senor”, e mi punta contro il dito. “Ma ci vada piano col sale”.
Vittorio Zucconi – 5 settembre 2015 -
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