Etichette

martedì 22 settembre 2015

Lo Sapevate Che: Il fantasma del Ponte che ci perseguita nella notte delle idee...



Nel bizzarro revival del peggio degli anni Novanta non poteva mancare il rilancio del Ponte sullo Stretto, il progetto di opera mai compiuta più costoso del mondo. E’ il ministero Angelino Alfano a ricordarci che l’Italia è la terra dove il passato non passa mai, dove non si è capaci di lasciarsi alle spalle gli errori e guardare al futuro. Non sono bastati gli scandali e il mezzo miliardo già rapinato alle tasche dei contribuenti per non fare il ponte. Non sono bastate decine di studi sull’impatto ambientale e sull’insostenibilità economica e neppure le leggi approvate in Parlamento per liquidare finalmente l’idrovora della Società per il Ponte. Non è bastato che l’Europa ci dicesse chiaramente di non voler cacciare un euro di finanziamento da qui al 2020 per una follia inutile. Niente, rieccolo. Questo Ponte s’ha da fare comunque, dice Alfano. Finirà, dice, come le altre volte in cui il piccolo alleato di destra riesce a imporre alla maggioranza di centrosinistra la propria linea, come l’abolizione dell’articolo 18 o la mancata applicazione delle direttive europee sui matrimoni gay. E magari ha ragione lui, perché no? In fondo in Italia non si riesce mai a mettere la parola fine su una storia per quanto vergognosa. Soprattutto, non si riesce mai a chiudere una fonte di spesa pubblica ingiustificata. Si possono tagliare le spese per la scuola o la sanità, quelle sì, ma gli enti inutili? Ero un ragazzo quando i governi hanno cominciato a prometterne l’abolizione. Ed è rimasta sempre una priorità “assoluta”. Il risultato è che sono tutti e sempre là, al massimo con un nome diverso. Duemila, per alcuni. Il Codacons, l’associazione dei consumatori, li stima con più prudenza in 500 circa, per un costo totale annuo di 10 miliardi, una media finanziaria. L’ente per la valorizzazione dell’immagine del gondoliere e gli altri enti fratelli sono sempre là, dopo aver resistito alla prima, seconda, terza repubblica. Del resto, il lettore può decidere di farsi del male e fare una gira in quei lussuosi palazzi centrali e brulicanti di addetti che si chiamavano province, prima dell’abolizione, e verificare se è stato rimosso anche un solo comodino, non si parla di tagliare competenze e relative spese. E allora, perché no? Perché non abbandonare la banda larga e lasciare Pompei nel caos per concentrare sforzi e soldi nella riesumazione del Ponte che consentirà di passare più velocemente lo Stretto ai pochi viaggiatori sopravvissuti alla Salerno-Reggio o alle ferrovie siciliane? Senza finanziamenti europei, possiamo cavarcela con 5 o 6 miliardi e finire i lavori per il 2035. Quando altrove avranno inventato finalmente le auto volanti.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 18 settembre 2015

Nessun commento:

Posta un commento