Tutto E’ Pronto, ormai. La grande macchina della
vaccinazione antinfluenzale si è messa in moto, emanando le direttive e
sollecitando tutta la sanità a intensificare gli sforzi per aumentare la
copertura vaccinale a partire da metà ottobre, dopo il brusco dietrofront
dell’anno scorso, causato da campagne mediatiche che attribuivano erroneamente
il decesso di alcuni soggetti molto anziani e malati a inesistenti danni del
vaccino. E dopo che studi scientifici hanno smontato l’altro argomento degli
antivaxer: il supporto legame tra immunizzazione e narcolessia, malattia
autoimmune ancora in gran parte poco nota, frutto di un’errata interpretazione
delle interazioni tra vaccino e sistema immunitario. Il ministero della salute
ha fissato in 75 per cento la soglia minima di anziani e soggetti a rischio da
vaccinare (e nel 9,5 per cento quella ideale). (..). I vaccini disponibili
quest’anno, aderenti alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della
Sanità, sono diretti contro 4 diversi antigeni, due per virus di tipo B e due
per virus di tipo A(HN); tre di essi sono diversi da quelli dell’anno scorso,
cambiamento resosi necessario dall’efficacia non ottimale delle ultime
formulazioni, e dai ceppi isolati nei mesi scorsi. Per le persone più a rischio
è poi disponibile il vaccino cosiddetto adiuvato, più immunizzante rispetto
agli altri. Oltre agli anziani, l’immunizzazione è raccomandata ai
cardiopatici, ai malati cronici, agli operatori sanitari e a chi vive o lavora
in comunità a rischio. Il tutto, in attesa di un vaccino universale che
permetta di immunizzarsi una volta nella vita. Che forse non arriverà, almeno
per molti anni, nonostante gli annunci che periodicamente appaiono. Perché, come
spiega Montomoli, le aziende hanno scarsissimo interesse a svilupparlo: “I
vaccini sono un pessimo investimento, perché se funzionano si usano una volta
sola. E in genere non costano molto (quello per l’influenza si aggira attorno
ai dieci euro o meno). L’unico che porta profitti costanti è questo, e il
business finirebbe nel giorno stesso in cui ci fosse un solo vaccino valido
sempre, e per tutte le influenze. Eppure
di questi virus sappiamo tutto, da molti anni: se ci fosse una mobilitazione
come si è visto nel caso di Ebola, e oltretutto avendo decine di vaccini
sperimentali in studio da anni, la soluzione potrebbe arrivare nel giro di poco
tempo”. Di buono c’è che i vaccini sono sempre più sicuri, meno allergizzanti
(la produzione nelle uova sa via via scomparendo) e più immunizzanti, anche
perché le formulazioni ormai vengono verificate con test genetici di risposta e
altre tecnologie che hanno margini di
errore minimi.
Agnese Codignola – Virus in arrivo – L’Espresso – 24
settembre 2015 -
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