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mercoledì 30 settembre 2015

Lo Sapevate Che: Riuscirà al Papa il miracolo di far pagare l'Imu agli alberghi della Chiesa?



Fu Ernesto Rossi il primo a dire che la Chiesa cattolica era disposta a sopportare molte critiche sul piano dei principi da parte della cultura laica, mentre reagiva con ferocia quando si affrontava la questione dei soldi. Ho potuto sperimentare di persona la faccenda di due esponenti radicali, ho condotto un’inchiesta sul rapporto economico fra lo Stato italiano e il Vaticano. Ovvero sulla vera e propria Finanziaria di cinque miliardi, ma qualcuno dice il doppio, che ogni anno i contribuenti italiani versano nelle casse della Chiesa sotto varie forme, per lo più involontarie, dall’8 per mille alle esenzioni fiscali. Un’indagine che tutto sommato scopriva l’acqua calda, fondata su dati noti e quasi totalmente pubblici, limitando al minimo le speculazioni sui calcoli non certi – per esempio gli aiuti di Stato alle scuole o agli ospedali privati cattolici – e tenendo nella giusta considerazione l’utilità sociale di alcune iniziative del volontariato cattolico, come la Caritas o l’accoglienza agli immigrati. Nonostante tutto questo, la reazione delle gerarchie ecclesiastiche fu davvero spropositata, con una richiesta ufficiale del cardinal Bertone, allora segretario di Stato vaticano, di sospendere l’indagine, un’infinita serie di interventi di vescovi e cardinali, più un centinaio di articoli in genere insultanti e un intero libro di smentite pubblicato dal giornale della Cei, l’Avvenire di Boffo, che ancora non aveva sperimentato il metodo di diffamazione  sulla propria pelle. E’ sbalorditivo oggi ascoltare un Papa che condanna come concorrenza sleale e corruzione il diffusissimo trucco di mascherare gli alberghi di proprietà ecclesiastica in conventi e luoghi di culto per evadere l’Imu. Anche agli occhi di un ateo convinto, questa è la prova che a volte i miracoli accadono. Ma perfino di fronte alla condanna del Papa, in concreto non accade nulla. Non un politico o amministratore italiano s’incarica di trarne le conseguenze e chiedere un accertamento fiscale. Eppure, se un cardinale tuona contro le unioni civili o i matrimoni gay, la lobby parlamentare cattolica scatta sull’attenti e blocca all’istante le norme che l’Europa ci chiede di applicare da anni. Lo stesso accade con la questione dei rifugiati. In Ungheria il premier Orban erige muri di filo spinato in nome della “difesa della civiltà cristiana” e la Chiesa ufficiale tace. Anzi, il capo dei cattolici ungheresi, il cardinal Erdo, s’incarica di smentire il Papa, senza ovviamente nominarlo, argomentando in un’intervista che aprire le chiese ai rifugiati rischia di assimilare i preti ai trafficanti di essere umani. Chissà cosa intende dire Francesco quando prevede che il suo pontificato non durerà a lungo.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 25 Settembre 2015

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